Scalfari non scrive a vanvera, sa. Sa che il patto mafioso tra politici, apparati statali, associazioni criminali c'è stato e che la sua esistenza non può più essere nascosta. E indica ai poteri coinvolti (probabilmente tutti quelli più forti) la nuova linea di difesa, quella di Moro e Andreotti sul Sifar e su Gladio, degli omissis e della menzogna santificata: esistono gli "arcana imperii", i segreti di Stato inconfessabili e vanno coperti. E i magistrati che indagano sui ricatti di Cosa Nostra vanno fermati, costi quel costi.
Noi la pensiano come lo Scalfari di una volta, quello che - da direttore de "L'Espresso" - rivelò gl'intrighi tra Segni e De Lorenzo, gli archivi illegali del Sifar e il Piano Solo, quello che combatteva i segreti di stato e gli omissis. Abbiamo ragione di credere che oggetto della cosiddetta trattativa non fossero solo o soprattutto le facilitazioni carcerarie, ma il nuovo sistema politico in costruzione, il ruolo in esso dell'amico Dell'Utri, la discesa in campo del pupo Berlusconi.
Scalfari, torni a fare il suo dovere di giornalista e di democratico! Sostenga i magistrati e gli onesti e dica quel che sa!
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