Quello che segue è la parte finale di un articolo di Leonardo Boff, il grande teologo della Liberazione, a commento del recente vertice finanziario economico di Rio, che ho tratto dal sito “Bandiera Rossa Destalinizzata”, una associazione socialcomunista plurale che da Busto Arsizio propugna la costruzione di una Quinta Internazionale. Dalla lettura si capisce non solo perché Wojtila e Ratzinger hanno condannato Boff , ma anche perché, ormai da decenni, “l’Unità” non pubblica i suoi testi. (S.L.L.)
Leonardo Boff |
Albert Jacquard, noto genetista francese, ha intitolato così uno dei suoi ultimi libri: Il conto alla rovescia è già cominciato? (2009).
Quelli che prendono le decisioni non danno la minima attenzione agli allarmi della comunità scientifica mondiale. Non si era mai visto uno scollamento tra scienza, politica e etica da una parte e economia dall’altra come ai nostri giorni.
Questo mi riporta al commento cinico di Napoleone dopo la battaglia di Eylau al vedere migliaia di soldati morti sulla neve: “Una notte di Parigi compenserà tutto questo”. Loro continuano a recitare il credo: un po’ ancora di questa economia, e presto usciamo dalla crisi. È possibile il patto tra l’agnello (l’ecologia) e il lupo (economia)? Tutto indica che è impossibile. Potete affibbiare tutti gli aggettivi che volete al tipo di economia in vigore, ‘sostenibile’, ‘verde’ e altri che però non ne muteranno la natura. Loro immaginano che limare i denti al lupo gli tolga la ferocia. Ma questa non risiede nei suoi denti ma nella sua natura.
La natura di quest’economia è volere crescere sempre, a dispetto della devastazione del sistema-natura e sistema-vita. Non crescere significa condannarsi a morire. Il fatto è che la Terra non ne può più di questi assalti sistematici ai suoi beni e alle sue utilità. A questo aggiungiamo l’ingiustizia sociale, altrettanto grave quanto l’ingiustizia ecologica. Un ricco ‘medio’ consuma 16 volte più che un povero ‘medio’. Un africano ha 30 anni di aspettativa di vita meno di un europeo. Davanti a tali crimini come non indignarsi e non esigere un cambiamento di direzione?
La Carta della Terra ci offre una direzione sicura: “Adesso, come mai prima nella storia, il destino comune ci chiama a raccolta per trovare un nuovo inizio. Questo richiede un cambiamento nella mente e nel cuore; esige un nuovo senso di interdipendenza globale, di responsabilità universale… per raggiungere un modo sostenibile di vita ai livello locale, nazionale, regionale e globale”.
Mutare la mente implica un nuovo modo di guardare la Terra non come il “mondo-macchina” ma come un organismo vivo, la Terra-madre alla quale sono dovuti rispetto e cura. Mutare il cuore significa superare la dittatura della ragione tecnico-scientifica e riscattare la ragione sensibile dove risiede il sentimento profondo, la passione per il cambiamento e il rispetto per tutto quello che esiste e vive… Valgono le parole del Nazareno: “Se non vi convertirete, perirete tutti” (Luca 13,5).
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