Tra le "ripoesie" di Enrico Sciamanna, prodotte seguendo liberamente le metodologie oulipiste, mi pare che spicchi questa, che mi ha girato pochi mesi or sono. (S.L.L.)
Controsole
O sole superbo, ho già scordato
che appena ieri, presso questo piano
me ne andavo lieto a non vederti:
t’inabissavi dietro quelle case
come giammai, e niuna resta oscura.
E limpido e fermo pel sorriso
che m’occupava il labbro,
il tuo dorso svaniva, che strepitosa
m’era la morte: e più non è, ma varia,
mio disprezzato sole. Sibbene mi dispiace
carico d’anni infine, quando ormai breve
ha la speme e lungo ha la memoria il corso,
prefigurar le cose da venire,
benché felice e che la gioia resti.
A. Antilope
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