Tom Dealessandri |
La notizia è vecchia – l’ho presa da “La Stampa” del 20 ottobre 2011 – e non è purtroppo originale. Al Comune di Torino – alla guida delle società di servizi del Comune, a quanto pare ci sono dei manager strapagati. Ancora più strapagati di quanto si potrebbe, visto che nelle aziende municipalizzate controllate al 100% dal Comune la legge impone di non superare il 60% degli emolumenti del Sindaco. Il vicesindaco Tom Dealessandri, delegato a codeste nomine, avrebbe scavalcato la norma con vari escamotage, ma soprattutto aggiungendo allo stipendio da manager una consulenza. In questo modo Barbieri, amministratore delegato di Gtt sommerebbe ai 60 mila annui di emolumento, una consulenza di 160 mila euro e l’indennità di risultato, pari a 30 mila euro.
Un esponente locale dell’opposizione Pdl, tal Marrone, nell’ottobre scorso, oltre a denunciare politicamente la faccenda, ha fatto ricorso alla Corte dei Conti, giacché ci sarebbero precedenti che dimostrerebbero l’illegittimità dell’atto amministrativo (oltre che la sua assoluta inopportunità). Non so come sia andata a finire: una ricerca nella rete – in verità non molto accurata – non ha dato buoni frutti. Per me lo sconcio non sta nell’eventuale illegittimità, sta nel fatto in sé e nelle vergognose giustificazioni che sul giornale sono riportate. Come quella di un certo Magnabosco, amministratore delegato dell’Amiat (in totale 246 mila euro annui), che tracotante afferma: «L’Amiat con la mia nomina da dirigente alla fine ha pure risparmiato». Ancora peggio il vicesindaco, Dealessandri che parla di una decisione «inevitabile», «perché i superdirigenti vanno retribuiti in modo proporzionale ai rischi che corrono sedendo su quella poltrona». Si può scherzare sulle poltrone che scricchiolano, ma non viene proprio. Uno che parla così, uno che peraltro dovrebbe essere almeno un po’ di sinistra, rivela una odiosissima insensibilità di classe. Ha mai pensato costui a quanto guadagnano i tanti operai che fanno lavori pesanti, in ambienti insalubri, in condizioni di insicurezza, che rischiano ogni giorno la salute e la vita? Ma per questi figuri il “rischio” lo corre il “manager”, al punto che bisogna compensarlo con emolumenti 15 volte più alti di un salario normale. Il rischio è solo di lor signori. Per i poveracci la disoccupazione, l’indigenza, la malattia contratta lavorando, l’invalidità o la morte per infortunio sono “la normalità”.
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