14.12.16

Dionigi, la lingua latina e l'arco del tempo

Ivano Dionigi
«Chi stacca la spina della storia e della memoria ha una sola alternativa: l’ignoranza e la negazione di sé... La continuità e trasmissione della fiaccola della cultura di generazione in generazione (lampadoforìa) – dimensione così distante dal nostro oggi schiacciato dalla dittatura del presente e deprivato della memoria - è a fondamento delle grandi istituzioni millenarie…
Solo questa eredità e responsabilità della storia ci consente di capire e di cambiare, senza piangere né ridere. Il resto è pulvis et umbra. Se non vogliamo essere «gli uomini del momento» (Chateaubriand) o «i servitori del giorno» (Nietzsche), dobbiamo – col grande Petrarca – distendere l’arco del tempo e saper guardare contemporaneamente avanti e indietro».
Così il latinista Ivano Dionigi nel magistrale discorso con cui l'anno scorso prendeva congedo dalla carica di rettore dell’Università di Bologna. Ora Dionigi ha ripreso e ampliato le sue riflessioni in un volume, Il presente non basta. La lezione del latino, con in cui intendere difende una lingua per difendere la nostra umanità. Secondo Dionigi, a fronte della chiacchiera imperante e della connessa anoressia del pensiero, il latino non ha mai smesso di trasmettere intero alcune lezioni fondamentali: il primato della parola, la centralità del tempo, la nobiltà della politica.

Non ho ancora neanche sfogliato il libro, ma dalla recensione di Enzo Bianchi ("Tuttolibri La Stampa", 22 ottobre 2016) letta in ritardo, ho ricavato le citazioni e la curiosità. Se non me lo regalano per Natale lo comprerò.

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