Una immagine dal film Todo modo (Elio Petri, 1976) |
In una delle prime pagine
di Todo modo di Leonardo
Sciascia, don Gaetano, il prete colto e mondano che, in un eremo
montano, guida gli esercizi spirituali di un gruppo di potenti, così
si presenta al protagonista del romanzo, un pittore capitato in quel
luogo per caso e spinto a restarvi dalla curiosità:
“... la contemplazione
dell’imbecillità è il mio vizio, il mio peccato... Proprio: la
contemplazione... Giulio Cesare Vanini, che è stato bruciato come
eretico, riconosceva la grandezza di Dio contemplando una zolla;
altri contemplando il firmamento. Io la riconosco dall’imbecille.
Non c’è niente di più profondo, di più abissale, di più
vertiginoso, di più inattingibile... Solo che non bisogna
contemplare troppo...”.
Leonardo Sciascia, Todo
modo, Einaudi, 1974
Nessun commento:
Posta un commento