Leggo una riflessione di
Maria Prodi, una delle tanti nipoti del professore, che vive e
insegna a Perugia. A differenza di altri piddini, la Prodi si
interroga sulle ragioni del NO. Scrive: "Sarebbe interessante
capire quali sono le abituali fonti informative che usano i ragazzi
che hanno votato in massa no. Molti di loro usano solo fb o altri
social come notiziario. Non hanno altre fonti".
La colpa della sconfitta
insomma sarebbe di Internet, non di una riforma costituzionale
pessima e dell'impopolarità di un governo che l'ha sostenuta
ricorrendo a tutti gli strumenti di pressione possibili e
immaginabili.
Se fosse giusta la
diagnosi, si potrebbe rimediare rapidamente: per esempio imporre per
legge a tutta la gioventù riottosa una terapia coatta: 5 ore di
telegiornali e talk show al giorno nelle tv generaliste. Oppure più
drasticamente riservare fb e social ai vecchietti e proibirli per
tutti gli altri.
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