Canzone per te
Non cesserò
di cantare le campane dei muti incontri
le braccia dei divani profumati
le grandi cadute degli uccelli simili
agli eterni specchi vibranti.
Non cesserò
di cantare il rosso morso delle labbra
le sorprese ascelle, la spalla ribelle
i seni sempre puntuali agli incontri
notturni.
Non cesserò
di cantare il tuo volto incipriato di
cenere
l’ultimo naufragio all’alba delle
spente lampade
la tua nuca sfuggita all’abbraccio
i tuoi passi che nulla rivela.
Non cesserò
di cantare i tuoi fianchi profondi
le tue caviglie annegate tra le nubi
tanti pensieri vagabondi tanto fumo
divino.
Non cesserò
di cantare i tuoi capelli che scorrono
ai piedi degli alberi solitari
feriti di gemme e di foglie.
Non cesserò
di cantare la via, il parco, il mare
poiché ti conosco
ti amo e ti conosco.
Non cesserò d’imparare a ridere
a dipingere e a ridere
nella profondità dei palazzi
poiché ti temo
ti temo e ti amo.
Non cesserò
di forgiare serrature
catenacci e cinture
lungo il cielo
poiché ti tengo
t'amo e ti tengo.
Non cesserò di tagliare le tue mani
le tue braccia i tuoi pugni
affinché mai l'addio
riaffiori sull'acqua.
In “Lengua” - semestrale di poesia
e letteratura – numero quarto, 1985 Traduzione di Attilio Lolini
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