Uno sciacallo della gualdrappa (Canis mesomelas) |
P.D. Moehlman per anni ha
studiato il comportamento dell'africano sciacallo della gualdrappa. Un
bell'animale dai colori vivaci la cui diffusione s'estende dalla Somalia, la
Nubia e le altre regioni del Sudan fino alla Provincia del Capo. Un animale
strettamente monogamo. Maschio e femmina infatti sono legati da profondi
vincoli affettivi e cooperano, un anno dopo l'altro, a tirar su le nidiate. La
femmina, che deve allattare, naturalmente passa più tempo al nido, che è poi
una tana sotterranea. II maschio invece soprattutto caccia e, già dalla terza
settimana di vita dei cuccioli, rigurgita per loro buona parte delle prede.
Ma spesso altri personaggi
partecipano alle cure della prole: gli aiutanti. Sono questi altri sciacalli,
adulti o quasi, che girano intorno alla coppia, che con essa hanno rapporti di
amicizia, e che abitualmente portano, anche loro rigurgitandolo, cibo alla
cucciolata. Ma non è tutto: gli aiutanti si danno anche da fare nella difesa
del territorio di caccia scacciando altri sciacalli e nella difesa dei cuccioli
dai predatori che, nel caso, sono rappresentati da iene macchiate.
Un grafico rappresenta la
relazione esistente tra numero di aiutanti e numero di cuccioli allevati dalla
coppia: è molto chiara: tanto più sono numerosi quelli, tanto più numerosi sono
questi. Insomma, per venire nel concreto, una femmina partorisce di solito da
sei a nove cuccioli, ma solo parte sopravvive. Se la coppia deve fare tutto da
sola più che uno o due cuccioli non ce la fa a allevarli; se accanto ai
genitori invece gravitano due o tre aiutanti, ecco che il numero dei cuccioli
sale anche fino a cinque o sei.
Ma che significano,
evolutivamente, questi aiutanti? Perché questo loro darsi da fare per una
progenie che non è la loro? Potremmo dire che gli aiutanti sono degli zii
scapoli, o delle zie nubili. Sono insomma parenti stretti dei piccolini da
tirar su, e questo della parentela è fatto essenziale per la comprensione
sociobiologica del fenomeno.
Si tratta, infatti, di un caso di
"selezione tramite consanguinei". Aiutando un parente gli zii
sciacalli non fanno altro che favorire il successo dì buona parte dei propri
geni.
"L'Espresso", 14 novembre 1982
Nessun commento:
Posta un commento