Aldo Capitini nella torre campanaria del Palazzo dei Priori a Perugia |
Nel giugno del '59 mentre
Piemontesi, Francesi e Garibaldini avanzano nell'Italia
settentrionale, e le Romagne e le Marche insorgono, avviene il fatto
rappresentato poi dal Brugnoli, in quell'epoca giovanetto. Verso il
mezzogiorno del 14 giugno mentre mons. Giordani col maggiore
Friggeri, comandante di un battaglione pontificio, sta deliberando su
eventuali provvedimenti, Francesco Guardabassi, data la parola
d'ordine ai suoi affinché facciano un po' di chiasso sotto il
palazzo pubblico (racconta Luigi Bonazzi che era nella via) si
presenta con gli altri capi liberali «ai ministri papali come
mandato dal popolo sovrano». Il Giordani e le truppe si ritirarono,
e la città fu retta da una «giunta di governo provvisorio» fino al
tragico 20 giugno, quando circa duemila soldati svizzeri vennero alla
città, entrarono, soverchiata l'animosa resistenza di cittadini male
armati, da Porta San Costanze e Porta San Pietro, ed effettuarono le
famose stragi «per ricondurre la città al dominio papale».
Quando ero fanciullo,
alle cinque pomeridiane di ogni 20 giugno, le due campane del
Municipio cominciavano funebri, distanziati rintocchi, mentre la
carrozza a due cavalli usciva dall'atrio del palazzo e recava al
cimitero il sindaco e la giunta comunale a deporre una corona sulla
tomba dei caduti in quel giorno memorando. Nell'animo mi scendeva una
mestizia e un senso solenne: l'ammirazione per il coraggio,
l'avversione alla crudeltà, la diffidenza verso l'oppressore e
insieme la tenerezza per il silenzio a cui erano scesi quei morti, mi
fecero germogliare e confermavano, ad ogni atteso anniversario nel
fiorente, pieno giugno, il sentimento civile. L'anniversario della
liberazione, avvenuta il 14 settembre 1860, mi commoveva meno, forse
perché fin da fanciulli si sente che l'attuarsi di ciò che è
giusto dovrebbe rientrare nell'ordine naturale delle cose, mentre
l'ingiustizia più ci colpisce e ci turba, specialmente quando dietro
le stanno i tiranni chiusi nella falsa dignità del loro mutismo e
dei loro comandi.
da Perugia, La Nuova Italia, 1947 - Ristampato dalla Tipografia Comunale di Perugia nel luglio 2008
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