Alcune varietà di rose dell'Ecuador |
Arrivano
sulle nostre tavole dopo lunghi viaggi e quindi consumano più
petrolio e contribuiscono pesantemente alle emissioni di gas serra.
Sono i cibi inquinanti per eccellenza, raccolti da Coldiretti nel
dossier Lavorare e vivere green in Italia.
La classifica dei dieci più pericolosi è stata elaborata in
occasione della Giornata mondiale dell’ambiente e presentata al
Nelson Mandela Forum di Firenze.
L’elenco
è ricco: dal Messico arrivano le more, dal Brasile i cocomeri, da
Israele i melograni, e poi ci sono i meloni di Guadalupe, i fagiolini
dell’Egitto, le ciliegie cilene, i mirtilli argentini, gli asparagi
del Perù, le noci della California e infine anche un fiore, le rose
dell’Ecuador.
A
far aumentare l’inquinamento anche la diffusa cattiva abitudine di
consumare alimenti fuori stagione. Conti alla mano, Coldiretti fa
sapere che, ad esempio, un chilo di ciliegie (al primo posto fra i
cibi inquinanti) per giungere dal Cile in Italia, deve percorrere
quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e
l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Mentre gli
asparagi del Perù viaggiano per oltre 10mila km, bruciando 6,3 chili
di petrolio e liberando 19,5 chili di anidride carbonica per ogni
chilo di prodotto.
E
se invece tutte le famiglie italiane consumassero prodotti di
stagione a chilometro zero? Tenendo conto anche dell’attenzione
agli imballaggi, ogni nucleo familiare potrebbe evitare l’emissione
di anidride carbonica fino a mille chili all’anno.
“Il
fatto”, 4 giugno 2014
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