Nel mezzo della
discussione, quando qualcuno che dovrebbe ubbidire tenta di
ribellarsi e alza il tono, e non si capisce se c’è rischio di
secessione o no, entra in sala Guerini, vice segretario del Pd,
dunque di Renzi e dice: “Il patto del Nazareno tiene”. Noi (la
maggior parte di noi, gli astanti) non sappiamo chi sia Guerini e
perché, sconosciuto com’era, sia così in alto (il vice di Renzi,
il vice di tutto). Ma non sappiamo neanche che cosa sia “il Patto
del Nazareno” e perché tenga, e perché, il fatto che “il patto
tiene”, rassicuri che tutto andrà come deve andare.
Come deve andare? Quando
lo abbiamo letto, discusso, votato? Se azzardi una domanda del
genere, ti portano in scena l’intero tabulato delle elezioni
europee, ti ricordano che la ragazza Bonafè ha avuto più voti di
chiunque al mondo, inclusi John, Bob e Ted Kennedy. Aggiungono, con
l’esasperata pazienza dei veri democratici, che l’insieme delle
tante eroiche Bonafè (tra cui una certa Moretti, appena un po’
meno votata, che compare di solito in silenzio accanto a Renzi se la
Bonafè in quel momento non è disponibile) fa, in totale, il 40.8
per cento dei voti. Dunque eccoti servito.
C’è il patto del
Nazareno. C’è il voto plebiscitario. Ci sono milioni di italiani
con il loro leader. Inutile tentare di dire che quel voto era pro o
contro l’Europa, non per il patto del Nazareno. Non ci provare.
Sollevi una nuvola d’ira. Quel voto era per Renzi e tutta la
scolaresca, punto e basta. Non vorrai offendere gli elettori, come
quelli che mettevano in dubbio la legittimità di Berlusconi?
A volte Guerini precisa:
“Noi siamo disponibili a confrontarci su tutto. Nell’ambito del
Patto del Nazareno” (citazione testuale, Tg3, ore 19, 6 luglio).
Guerini è attendibile. Sono buoni e cari, questi ragazzi di Renzi,
ma c’è una linea che non si può attraversare. Puoi avere estro,
istinto politico, rapporto stretto con gli elettori, puoi essere
persino più inventivo di Calderoli. Ma i patti sono chiari.
“Qualunque intervento o dibattito o sfida o confronto finisce qui”.
E ti indicano il punto in cui comincia lo spazio già definitivamente
assegnato al “Patto del Nazareno”. Come nelle aree militari, ti
dicono che “il limite è invalicabile”. Vorresti sapere chi ha
stabilito quel limite, raro in politica, perché è senza ritorno?
Vuoi sapere chi vigila e chi lo presidia?
La seconda domanda è
facile. Ammesso che in questo patto ci siano due contraenti, su uno
vigila Guerini e, a turno, tutti i ragazzi della ormai celebre Scuola
Leopolda di Matteo Renzi (al confronto, il collegio di magia del
maghetto Harry Potter è poca cosa). Sull’altro si alternano
volontari, una volta Romani, della premiata ditta Mediaset, una volta
Brunetta, che farà anche spettacolo ma ci puoi contare, perché
tiene i suoi in riga. E alla fine persino Calderoli (pensate, Lega
Nord, area Borghezio), ma, nella nuova versione, uno che compra bene
i saldi, e di professione fa il mediatore parlamentare. È capace di
trovare una soluzione anche al Senato eletto – non eletto – però
eletto, tanto che sarà protetto da immunità (e chi dice che quella
salvifica immunità non possa estendersi, con un paio di colpi di
mano detti emendamenti, al mestiere pericoloso di assessore regionale
e comunale, certo, in osservanza del Patto del Nazareno?).
Quanto alla domanda che
ho fatto prima (che cos’è il Patto del Nazareno e perché è la
porta magica da cui passa la nuova Italia?) credo che la risposta
sia: quando dicono “riforme” pensate “Patto del Nazareno”.
Quando dicono “Patto del Nazareno” pensate “riforme”. Mi
direte che è un nodo scorsoio. Un Paese incaprettato. Certo che lo
è. Il Paese è tenuto fermo in un altro tempo, che credevamo finito
e che non può sboccare in un dopo. Perché nulla (nulla) può essere
fatto o cambiato o innovato senza l’approvazione e collaborazione e
partecipazione di Silvio Berlusconi e della sua gente (quelli che
ancora si riconoscono in questa definizione). È vero che il
pover’uomo ha perduto alcuni dei suoi sodali migliori nella guerra
con la Giustizia (che presto, con la riforma che riguarda i giudici e
il Csm – nell’ambito del Patto del Nazareno – pagherà per i
colpi che è riuscita a infliggere alla malavita politica).
È vero che il blocco
politico, da lui fondato e pagato, gli si sfarina intorno. Ma avrete
constatato che è stato deciso di non notarlo. Ovvero di stringerlo
in un abbraccio così stretto da non far capire che non sta più in
piedi da solo. Lasciate perdere la questione esteticamente sgradevole
del condannato. Non è la sua forza (ormai finita) che conta, ma la
messa in scena che consente, anzi obbliga, a lavorare insieme. Il
fatto è che la corsa velocissima di Matteo Renzi, e dei ragazzi
della sua classe, gira vorticosamente intorno a Berlusconi, che è
fermo e stremato, però consultato e riverito per poter dire:
attenzione ragazzi, dobbiamo rispettare il patto.
E quando Guerini entra in
aula e ammonisce i possibili dissidenti confermando che “Il patto
del Nazareno tiene” e dunque non si facciano illusioni, non fa che
parodiare l’altra frase di scuola Leopolda: “Discutete finché
volete, ma la decisione finale è già presa e non cambia perché è
nel Patto del Nazareno”. Che vuol dire: arrendetevi, non c’è via
d’uscita. Siete in un percorso bloccato. È vero. Ma non rinunciate
a chiedere (perché dovrete spiegarlo alle generazioni in arrivo)
come è successo, per mano di chi, che abbiamo perso il diritto di
fare politica e di discutere non dico sulla Giustizia, che sarà un
massacro (la decapitazione improvvisa della Cassazione è già
avvenuta) ma anche solo sulla trasformazione del Senato in Camera di
Commercio degli assessori e dei sindaci?
Il fatto, 13 luglio 2014
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