Un meritevole tour siciliano non
può non tener conto dell’attrazione naturale più importante e
ricercata per il turista straniero: il mare. Dalla costa occidentale
a quella ionica, l’Isola presenta dei litorali invidiabili che
soddisfano il visitatore continentale, coinvolto dalla varietà
paesaggistica. Coste alte e rocciose o basse e sabbiose come quelle
di Scicli, nella punta più a sud della Sicilia, in territorio
ragusano.
A condurci, stavolta, è Elio Vittorini
che, nonostante le origini siracusane, non manca di descriverci una
cittadina “rivale”, colta in un pomeriggio di marzo nel suo
racconto Le città del mondo. Scicli, scrive l’autore di
Uomini e no, «sorge all’incrocio di tre valloni, con case
da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo
dal letto d’una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che
coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle
altitudini». Un paese che sorprende sia «chi vi arriva dall’interno
e se la trova d’un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati,
di gazze ladre e di scampanii», sia «chi vi arriva venendo dal non
lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere
in seno a tutta l’altezza della montagna, tra fili serpeggianti di
fumo e qua e là il bagliore d’un vetro aperto o chiuso, di colpo,
contro il sole». Ma è il mare il punto forte di Scicli che, durante
la stagione estiva, si inonda di odore di sale.
Nella rubrica MilleSicilie del
sito asterischi.it
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