Da “Pagina99”,
l'ottimo periodico e sito diretto da Roberta Carlini, riprendo un
ampio stralcio da un articolo di Peloso sul sistema di potere
costruito dal cardinale Bertone e su cui il nuovo papa cerca di
stabilire un controllo. (S.L.L.)
Tarcisio Bertone |
Dalla Rai alla
finanza, la politica, il caso Carige, la Juventus. La ragnatela di
potere dell'ex Segretario di stato di Benedetto XVI
QUEI 15 MILIONI
Forse il colpo finale al
cardinale Tarcisio Bertone l'ha dato papa Francesco in persona
quando, sul volo di ritorno dalla Terra Santa, ha detto testualmente:
“Io vorrei dire una cosa: la questione di quei 15 milioni è ancora
sotto studio, non è ancora chiaro che cosa è accaduto”. I 15
milioni di cui parla papa Francesco sono quelli passati dalle casse
dello Ior alla Lux Vide verso la fine del 2012, la società a lungo
guidata da Ettore Bernabei – ex storico presidente Rai – membro
dell'Opus Dei; oggi la Lux Vide, che produce sceneggiati ad alto
tasso di fervore religioso per la Rai, è guidata dai figli di
Bernabei, Matilde e Luca.
La vicenda è legata
all'intricato sistema di relazioni del cardinal Bertone il quale, per
l'appunto, avrebbe voluto aiutare gli amici della Lux Vide. In
generale da questa come da altre cronache, emerge soprattutto un uso
“privato” dello Ior che si trasformava, all'occorrenza, in una
sorta di bancomat pronto ad aprire la cassa quando le circostanze lo
richiedevano. Il problema non è tanto quello dei reati commessi –
per ora non ve ne sono ma la magistratura sta indagando – quanto
piuttosto la “cattiva governance” che indebita l'istituto e lo
allontana dal suo obiettivo di fondo: finanziare le opere della
Chiesa nel mondo [...]
LA POLITICA, LA FINANZA,
GLI OSPEDALI
A guardare da vicino
l'insieme dei movimenti dell'ex Segretario di Stato di Benedetto XVI,
si scorge un quadro di relazioni gestito a volte in modo
politicamente spregiudicato (la cena con Casini, Berlusconi e Letta
dal mitico Bruno Vespa nel 2010 quando l'ex Cavaliere cercava di
salvare la sua maggioranza), in altri casi in modo improvvido (gli
affari finanziari attraverso lo Ior). Non va poi tralasciato il
“sogno” di mettere in piedi un polo sanitario italiano del
Vaticano tenendo insieme Bambin Gesù – già della Santa Sede –
l'ospedale di padre Pio in Puglia (Casa Sollievo della sofferenza),
il policlinico Gemelli di Roma, e il San Raffaele di Milano che si
trovava sull'orlo della bancarotta. Su quest'ultimo, anzi, il
Vaticano lanciò una proposta d'acquisto di circa 250 milioni, Ettore
Gotti Tedeschi, allora a capo dello Ior era contrario, l'operazione
non andò in porto ma creò una spaccatura fra il banchiere,
opusiano, e il cardinale con sogni di grandezza sanitaria.
LA PASSIONE PER LA JUVE
E poi, come in ogni
storia di potere italiana che si rispetti, c'è anche il calcio, in
questo caso la Juve di cui il cardinale è anche storico tifoso,
tanto da fare la telecronaca, nel 2004, di Sampdoria-Juve, per
un'emittente locale genovese. È nell'ambito calcio-affari che
troviamo l'avvocato Michele Briamonte, ex consulente Ior, socio dello
studio legale torinese Grande Stevens, membro del consiglio
d'amministrazione della società bianconera oltre che dell'università
Tor Vergata di Roma e del Monte dei Paschi di Siena. Briamonte fu
fermato nel febbraio del 2013 all'aeroporto di Ciampino a Roma dalla
Guardia di Finanza per un controllo del bagaglio; con lui era
monsignor Roberto Lucchini, uomo di fiducia del cardinal Bertone.
Grazie al passaporto diplomatico di cui erano in possesso, i due
riuscirono a non mostrare il contenuto delle loro valigette ai
finanzieri.
GENOVA PER LUI
Ma dalla fotografia non
può mancare il legame ligure-piemontese. Bertone, nato nel 1934 a
Romano Canavese, fu al principio della sua carriera arcivescovo di
Vercelli e dopo aver servito fedelmente Joseph Ratzinger come
segretario della Congregazione per la dottrina della fede, è stato
per alcuni anni arcivescovo di Genova. È questa l'area del Paese
dove il porporato pone la sua base operativa, in cui s'incrociano
relazioni e personaggi. Non a caso proprio a Genova viene alla luce,
da ultimo, il caso Carige in cui lo Ior prima acquista 100milioni di
bond convertibili su un totale di 390 milioni di obbligazioni emesse
dalla banca genovese (siamo nel marzo 2010), poi prova a rivenderle,
ma per il mercato non sono evidentemente appetibili e Carige se le
ricompra (maggio 2011); a quel punto lo Ior acquista 610mila azioni
Carige, poca roba dal punto di vista finanziario, ma comunque un
gesto di amicizia da parte dell'Istituto vaticano. Perché lo Ior
aiuta la banca genovese oggi al centro delle inchieste della
magistratura acquistando obbligazioni convertibili? Rapporti,
relazioni, amicizie. Se c'è dell'altro lo diranno i giudici, ma
l'amicizia fra Berneschi – l'ex presidente onnipotente di Carige –
e il cardinal Bertone è storia.
[...]
UOMINI E DONNE DEL
CARDINALE
Più o meno vicini o
vicinissimi al cardinale troviamo diversi personaggi: in primo luogo
Giuseppe Profiti, manager della sanità, presidente del Bambin Gesù
confermato nella carica nel marzo scorso. Profiti viene da Genova
dove aveva ricoperto il ruolo di manager alla Regione,
successivamente veniva chiamato all'ospedale Galliera – il cui
presidente è l'arcivescovo della città ligure - dallo stesso
Bertone. Coinvolto in un lungo procedimento giudiziario per uno
scandalo regionale – denominato classicamente mensopoli – è
stato infine assolto dalla Cassazione per non aver commesso il fatto,
a difenderlo l'avvocato di fama Franco Coppi. Profiti è stato poi
l'uomo che doveva guidare il San Raffaele dopo la morte di don Luigi
Verzé e il suicidio di Mario Cal, il braccio destro del
sacerdote-imprenditore, mentre cominciava a venire alla luce una
realtà fatta di scandali e frodi finanziarie. L'operazione come
detto non andò in porto.
Profiti tuttavia lo
troviamo di nuovo sulla prima linea del fronte sanitario: viene
infatti nominato vice commissario all'Idi di Roma, l'Istituto
dermopatico dell'Immacolata, altra storica struttura sanitaria
cattolica (della congregazione dei padri concezionisti) che sprofonda
nel fallimento e nelle ruberie, i processi sono in corso. Il Papa
nomina poi commissario della congregazione religiosa e quindi
dell'Idi, cioè il superiore diretto di Profiti almeno formalmente,
il cardinale Giuseppe Versaldi, piemontese, pedina fondamentale del
potere bertoniano. Versaldi è, ancora oggi, presidente della
Prefettura degli affari economici della Santa Sede, organismo di
revisione dei conti vaticani destinato ad essere superato dalle
riforme in atto.
ASSALTO ALLA RAI
Un altro centro di potere
di cui il cardinale si è occupato in modo costante, è la Rai. Qui
era riuscito a collocare uno dei suoi più giovani adepti, quel Marco
Simeon il cui nome rimbalza di tanto in tanto sulle cronache dei
giornali collegato a quello dell'ex Segretario di Stato. Simeon è
stato responsabile delle relazioni istituzionali della Rai, quindi
capo di Rai vaticano; ligure, nella sua brillante e rapida carriera
ha fatto da consulente per Capitalia e Mediobanca, cioè per Cesare
Geronzi. Varie volte è stato chiamato in causa da inchieste
giornalistiche per il suo presunto coinvlgimento in Vatileaks, cioè
nella lotta di potere interna al Vaticano svoltasi intorno alla
figura del cardinal Bertone. Simeon naturalmente ha sempre negato
ogni sua implicazioni in queste vicende, ha sempre difeso invece il
suo rapporto professionale e di amicizia con i cardinali Bertone e
Bagnasco.
Sempre nella Rai l'apice
del bertonismo è stato forse toccato con la nomina a direttore
generale di Lorenza Lei – area politica Pdl, data in quota all'Opus
Dei – al posto di Mauro Masi. Ancora, amico del cardinale Bertone,
è stato il direttore di Radio Uno e del giornale radio Antonio
Preziosi; Preziosi viene pure nominato consultore del Pontificio
consiglio per le comunicazioni sociali nel 2011, intanto insegnava
comunicazione sociale alla pontificia università salesiana di Roma.
LO IOR E I SALESIANI
Va comunque sottolineato
che il cardinale ha goduto di una costante stima da parte di
Benedetto XVI con il quale ha collaborato negli anni in cui questi
era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. In
quanto Segretario del dicastero, Bertone ha gestito alcune delle
vicende più spinose e delicate: dal caso Milingo, il vescovo
esorcista poi sposatosi e scomunicato dal Vaticano, al terzo segreto
di Fatima, la cui rivelazione è stata in parte ridimensionata da
Ratzinger. Ma fu Bertone a parlare varie volte con l'ultima veggente
testimone delle apparizioni mariane, suor Lucia. Da Segretario di
Stato il cardinale ha ricoperto anche il ruolo di presidente della
commissione cardinalizia di controllo dello Ior. Fu lui a chiamare
Ettore Gotti Tedeschi alla guida dell'istituto ma poi sorsero
contrasti fra i due che determinarono le dimissioni di Gotti nel
frattempo entrato pure in conflitto con il board laico dell'istituto
bancario. Negli anni in cui Bertone era al centro del potere
vaticano, ha nominato un numero considerevole di vescovi salesiani,
tuttavia la congregazione cui appartiene ha attraversato una crisi
molto seria trascinatasi fino ad oggi a causa, neanche a dirlo, di un
episodio di cattiva gestione finanziaria.
La lunga contesa per una
grossa eredità – quella del marchese Gerini – fra la
congregazione e i figli del marchese, si è trasformata in un
boomerang per i salesiani che, probabilmente vittime di una truffa,
hanno rischiato di dover vendere la curia generalizia rasentando la
bancarotta. Anche in questo caso il cardinale fu sfiorato dalla
vicenda. Infine nel gran calderone degli scandali legati alla
pedofilia il porporato, come tanti suoi pari, non ha brillato. Nella
vicenda relativa a uno dei casi più clamorosi di abusatore seriale
su minori (oltre 200 le vittime), la vicenda di padre Lawrence
Murphy, Bertone risulta essere fra quelli che cercarono di occultare
la verità.
BERTONE E LA CHIESA
ITALIANA
Certo è che fra i tanti
prelati che hanno gestito relazioni di potere ad alto livello, l'ex
Segretario di Stato di Benedetto XVI è quello finito con più
facilità e regolarità nella polvere mediatica. Bertone è stato
considerato per il suo stile salesiano un po' chiassoso, un po'
approssimativo, un parvenu dei salotti buoni, peccato che non
gli è stato perdonato. D'altro canto il porporato ha utilizzato il
sistema vaticano provando a farlo diventare almeno un po' il
sistema-Bertone. In questo tentativo si è del resto scontrato con il
sistema-Ruini, il famoso cardinal-sottile che ha guidato con pugno di
ferro la Chiesa italiana facendone un asset fondamentale del potere
di centrodestra in Italia. Bertone ha avuto il torto, fin dal
principio del suo mandato come Segretario di Stato, di voler mettere
le mani pure sulla conferenza episcopale italiana sostenendo, in
un'ormai celebre lettera pubblica, che degli affari italiani,
compresi quelli politici, si doveva occupare la Segreteria di Stato e
non più la Cei. La cosa non è piaciuta nemmeno a gran parte dei
vescovi che hanno rivendicato la loro autonomia, così il cardinale
si è creato quasi da subito il vuoto intorno.
I successivi tentativi di
controllare l'università Cattolica di Milano – con annessi gli
ospedali – sottraendola alla curia milanese, sono andati in fumo.
Da parte di ambienti della Cei gli è stata attribuita la
responsabilità anche del caso Boffo, cioè la falsa velina
pubblicata dal Giornale che gettava discredito sul direttore di
“Avvenire”, fatto che portò alle dimissioni dello stesso Boffo.
Naturalmente questa circostanza è stata sempre smentita e in effetti
non ci sono prove a conferma di una tesi del genere, ma quel che
conta in realtà è il costante ripiegamento sugli affari italiani
prodotto dalla gestione Bertone. [...]
pagina99 online 28 maggio
2014
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