Genova, Palazzo Di Negro |
La mia città dagli amori in salita,
Genova mia di mare tutta scale
e, su dal porto, risucchi di vita
viva fino a raggiungere il crinale
di lamiera dei tetti, ora con quale
spinta nel petto, qui dove è finita
in piombo ogni parola, iodio e sale
rivibra sulla punta delle dita
che sui tasti mi dolgono? …Oh il
carbone
a Di Negro celeste! oh la sirena
marittima, la notte quando appena
l’occhio s’è chiuso, e nel cuore
la pena
del futuro s’è aperta col bandone
scosso di soprassalto da un portone.
195...
da Il “Terzo libro” e altre
cose, 1968
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