Telefona mia madre: “Guarda la 7!
C’è Dario Fo, è importante”. Quando accendo Fo non c’è più: la rete sta
seguendo in diretta da Genova un Vaffanday di Grillo e delle 5 stelle. Mentana
dice che l’intervento del premio Nobel è stato lungo e, a tratti, commovente.
Ora intervistano un paio di parlamentari 5 Stelle, prima un deputato ragionante
(mi pare che si chiami Bonafede) e poi una deputata assai aggressiva. Il tema
centrale è la richiesta di impeachment per Napolitano: la donna denuncia sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia e sulla intercettazione distrutta la disonestà del presidente; l’uomo elenca fatti e
pronunciamenti che documentano il suo sistematico esorbitare dai poteri
previsti dalla Costituzione, imponendo nei fatti un regime presidenzialista, dichiara di voler difendere non tanto il Parlamento così com’è stato ridotto, ma l’istituzione parlamentare.
Mentana intanto legge dichiarazioni di esponenti Pd: di Leva, per esempio, il responsabile
giustizia che parla come fosse il responsabile psichiatria, definendo le
posizioni di Grillo folli e deliranti, e denuncia che i 5 Stelle vogliono la
rovina dell’Italia per prendere il potere; di Zanda, che accusa Grillo di alzare
i toni per superare i dissensi interni e vorrebbe un 5 stelle più dialogante.
La cosa più preoccupante
è il proclama di una persona solitamente di buon senso, Zingaretti: dalla parte di Napolitano senza discussioni e fino in fondo.
Sarà questo il leit-motiv dei prossimi giorni che verranno: l'accusa a Grillo di lesa maestà e la richiesta di schierarsi senza se e senza ma. Lo chiederanno ai candidati pd alle primarie e perfino a Berlusconi riproponendo la grande intesa per le
riforme. Chi rifiuterà di
scegliere, tra Grillo e Napolitano,la corda a cui impiccare democrazia e
Costituzione, sarà segnato a dito come vile.
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