E ora davvero si chiude
un'epoca. Nunzio Gallo è morto nella notte tra venerdì e sabato a
Telese, in un centro di riabilitazione dov'era ricoverato da
cinquanta giorni per le conseguenze dell'emorragia cerebrale che lo
aveva colpito il 23 settembre scorso. Il cantante e attore napoletano
avrebbe compiuto ottant'anni tra un mese: i funerali si svolgeranno
domani alle 11.30 nella basilica di San Ferdinando in piazza Trieste
e Trento. Si tratta della cosiddetta chiesa degli artisti: la stessa
nella quale erano stati officiati i riti funebri di Nino Taranto,
Roberto Murolo e Sergio Bruni. In prima fila c'era sempre Nunzio
Gallo: l'atteggiamento sobrio, lo sguardo assorto ma vigile, quasi a
controllare che tutto andasse per il verso giusto. Coltivando la
dignitosa consapevolezza che, un pezzo alla volta, una voce alla
volta, il suo mondo andava scomparendo.
Di questo mondo, classico
e popolare a un tempo, Nunzio Gallo era un po' l'ago della bilancia.
E questo rende la sua scomparsa ancora più emblematica. Era
sinceramente amico di tutti: anche di quelli che non erano amici tra
loro. Ma lui non coltivava invidie né gelosie. «Chi dovrei
invidiare»?, diceva. «Ho avuto successo in qualunque attività mi
sia cimentato. E chi mi dovrebbe invidiare? Ho sempre ricevuto
gentilezze da tutti. O almeno da quelli che io considero i più
grandi: Tito Schipa, Anna Magnani, Totò ed Eduardo De Filippo.
Adoravo queste persone e ne ero ricambiato. Vado sempre incontro alla
gente, forse è una cosa che ho appreso dalla mia famiglia e dal
rione nel quale sono cresciuto».
Gallo nasce il 25 marzo
1928 al vico Paradiso, rione Pignasecca. Figlio di un fruttivendolo,
ha sei fratelli. In casa tutti amano cantare, ma la voce di Nunzio di
distingue per la sua purezza. La ascolta un tenore vicino di casa,
che un giorno si presenta a casa di don Gennaro Gallo per chiedergli
di permettere al figlio di studiare canto. «Ci riunimmo tutti e nove
per discuterne. E fummo tutti d'accordo: io avrei studiato mentre gli
altri fratelli avrebbero aiutato mio padre al banco della frutta...».
La fama di Nunzio cresce nel popoloso rione. Ogni domenica canta in
chiesa, accompagnato al piano da un ragazzino che ha qualche anno
meno di lui: si chiama Roberto De Simone, i due non si perderanno mai
di vista. Dopo gli studi privati con il tenore vicino di casa,
vengono il Conservatorio e il diploma in canto lirico. A poco più di
vent'anni Nunzio è alla Scala di Milano, dove ha il tempo di cantare
con Tito Schipa e di litigare con il leggendario soprintendente
Ghiringhelli. Il ragazzo cresce in fretta. Prima svolta, il teatro
con Anna Magnani. Seconda svolta, la musica leggera, che gli regala
il grande successo. Vince una Canzonissima, poi il festival di
Sanremo (in coppia con Claudio Villa), due Festival di Napoli. Nel
1961 vende un milione di copie con Sedici anni. Intanto nel
'59 si è sposato con Bianca Maria. Nasceranno quattro figli: Jerry,
Gianfranco, Loredana e Massimiliano. Il secondo e il quarto fanno gli
attori. Negli anni più recenti, Gallo è soprattutto attore, in
teatro e al cinema: l'ultima apparizione nel 2006 nel film di Antonio
Capuano La guerra di Mario.
“la Repubblica”, 24
febbraio 2008
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