Una immagine di San Filippo Neri |
La Chiesa di Roma e i
cattolici non piacevano per nulla al genio di Johann Wolfgang Goethe.
Con qualche eccezione: san Filippo Neri, il santo umile e umorista
che al cinema e in televisione è stato interpretato da Johnny
Dorelli (1983) e Gigi Proietti (2010).
San Filippo Neri visse
nel sedicesimo secolo e fu grande nemico della vanità nonché
fondatore a Roma dell’Oratorio, con cui avvicinò tanti ragazzi
alla fede, anche giocando e cantando in chiesa (per fortuna all’epoca
non c’erano ancora i tradizionalisti). Fu amico di papa Clemente
VIII e rifiutò persino la porpora cardinalizia. Due secoli dopo
Goethe fece il suo leggendario viaggio in Italia, tra il 1786 e il
1788, e rimase folgorato, nonostante l’avversione per il papato,
dalla figura del santo. Ne scrisse delle meravigliose pagine che
formano un volumetto uscito per Edb (Edizioni Dehoniane Bologna)
nella collana “Lampi d’autore”: Il santo spiritoso, breve
biografia di Filippo Neri (60 pagine, 8,50 euro).
Il testo goethiano,
seguito da una nota del saggista Vito Punzi, è attuale anche per la
concomitanza dei cinquecento anni della riforma luterana: “Ancor
più significativo è che ciò avveniva al tempo di Lutero e che
nello stesso periodo, proprio in Roma, un uomo capace, timorato di
Dio, energico, attivo aveva avuto anche lui l’idea di mettere
insieme il sacro, anzi il santo con il profano, di introdurre le cose
del cielo in quelle del mondo e di preparare anche lui una riforma.
Solo e soltanto qui infatti si trova la chiave per aprire le prigioni
papali e ridare al mondo così liberato il suo Dio”. Goethe fu
affascinato dalla forza fisica e spirituale di Filippo e ignorò del
tutto san Francesco durante la sua visita ad Assisi.
Wolfgang Goethe |
Come ricorda Punzi nella
nota finale: “Di san Francesco d’Assisi, sebbene santo poeta e
innamorato della natura, Goethe non si era accorto, anche visitando
Assisi. Ma ora scopre questo ‘santo umorista’ e se ne invaghisce,
ne riferisce gli aneddoti, le geniali stravaganze, l’acume
psicologico ammantato di paradossi”.
Ai suoi ragazzi, san
Filippo Neri ripeteva sempre una frase in romanesco, diventata quasi
il suo motto: “State bboni, se potete!”.
Il Fatto 28 novembre 2017
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