Carlo Emilio Gadda. Ritratto dello scrittore da giovane |
Carlo Emilio Gadda in una
lettera scritta all'amico Alberto Carocci scritta durante la dieta
cui era stato obbligato da una malattia, all'inizio del 1928, così
s'esprimeva:
"Addio monti
di spaghetti sorgenti dall'acque salsose della pommarola che giungeva
quasi 'n coppa e con cui m'imbrodolavo (nei momenti di oblio) il
bavero della giacca e la mia poco rivoluzionaria cravatta! Addio care
memorie di spigole, di vongole, di spiedini di majale, di panforte, e
di altri vermiciattoli mangiati nelle più nefande e saporose bettole
della suburra, facendo finta di discutere lettere e politicaglia
tanto per salvare un po' le apparenze, ma in realtà con l'occhio al
piatto che arriva, fumante, trionfante, eccitante, concupiscente e
iridiscente di smeraldino prezzemolo. Addio! O, per lo meno,
arrivederci".
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