Ecco, cara, il mio sogno di stanotte.
Ero tornato giovane e inseguivo
un’ombra
rivestita della tua carne maliosa.
Andavi lieta ed io ti rincorrevo
fra ponti e scale vorticosamente
bianchi
nei vicoli d’una città mediterranea.
Solo un istante mi parve di toccarti
al gioco della luce meridiana:
donna uccello dal viso indecifrabile
dai capelli stranamente inumiditi.
Poi tutto sparve, tutto tornò piccolo
nel buio universale del lenzuolo,
tranne il respiro, la tua mano protesa
ingigantita dal mio batticuore.
Da Poesie raccolte (1940 – 1990),
Garzanti, 1990
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