Me-ti. Il libro delle
svolte di Brecht nella sua prima edizione in tedesco fu
pubblicato postumo nel 1965, ma risaliva agli anni 30.
Brecht finge di tradurre
dal cinese un antico filosofo taoista, Me-ti appunto, il maestro che
insegna la Grande Dottrina (il marxismo) in brevi e brevissimi
apologhi e che personifica il Brecht pensatore. Spesso questi dialoga
con Kin-jeh, anch'egli proiezione dell'autore, ma come scrittore e
individuo empirico. Nel libro compaiono riferimenti a filosofi e capi
politici, da Hegel a Lenin, da Trotzky a Stalin, individuati da
pseudonimi.
Il brano qui “postato”
è ripreso da un “Quaderni piacentini” del 66, che pubblicò
un'anticipazione del volume in preparazione da Einaudi, per la
traduzione e curatela di Cesare Cases. Il libro uscì solo nel 1970.
(S.L.L.)
Ci sono poche
occupazioni, disse Me-ti, che danneggiano la morale di un uomo tanto
quanto l'occuparsi di morale.
Sento dire: “Bisogna amare la verità,
bisogna mantenere le promesse fatte, bisogna lottare per il bene. Ma
gli alberi non dicono: “Bisogna essere verdi, bisogna lasciar
cadere verticalmente i frutti al suolo, bisogna frusciare con le
foglie quando ci passa il vento”.
Quaderni piacentini, n.28, settembre 1966
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