Oggi, anche in Sicilia, il verbo del
parto è partoriri. Ne
avverti il successo nei luoghi di incontro, ambulatori medici,
mercati, supermercati; senti le donne del popolo chiedere: “Partorìu
Rosetta?” o comunicare: “Ma
figlia av'a partoriri a Milanu”.
I
vocaboli tradizionali del dialetto erano altri: sgravari e
figliari (o figghiari)
soprattutto. Ma chissà perché questi due verbi erano ritenuti
volgari e trionfava – e non solo parlando coi bambini - l'eufemismo
accattari, comprare,
che spesso sottindendeva il complemento oggetto (“Accattaiu
Rusineddra?”).
A
Palermo, ove una parte del popolo negli autobus o nelle sale
d'aspetto si sforzava di parlare in lingua, ti capitava di sentire:
“Ha comprato Rosalia?”.
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