11.7.18

Partorire in Sicilia. Il mercato delle nascite (S.L.L.)


Oggi, anche in Sicilia, il verbo del parto è partoriri. Ne avverti il successo nei luoghi di incontro, ambulatori medici, mercati, supermercati; senti le donne del popolo chiedere: “Partorìu Rosetta?” o comunicare: “Ma figlia av'a partoriri a Milanu”.
I vocaboli tradizionali del dialetto erano altri: sgravari e figliari (o figghiari) soprattutto. Ma chissà perché questi due verbi erano ritenuti volgari e trionfava – e non solo parlando coi bambini - l'eufemismo accattari, comprare, che spesso sottindendeva il complemento oggetto (“Accattaiu Rusineddra?”).
A Palermo, ove una parte del popolo negli autobus o nelle sale d'aspetto si sforzava di parlare in lingua, ti capitava di sentire: “Ha comprato Rosalia?”.

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