Da una recensione saggio
di Tommaso Russo Cardona titolato Le peripezie dell’ironia
(Meltemi, 2009) riprendo qui alcuni passaggi significativi. (S.L.L.)
Il "Socrate" del Louvre |
[…] L’ironista è
colui che si assume un rischio, che sceglie di camminare sul filo del
rasoio (Socrate è il padre dell’ironia antica, ma anche un noto
bevitore di cicuta). Quando si ironizza, i pericoli comunicativi e
pragmatici che si corrono sono incalcolabili: venire fraintesi e
presi sul serio, non esser capiti e considerati aggressivi, finire
con essere svalutati perché eterni giocherelloni. In qualunque
momento, dio può punirti. Proprio perciò, è una mossa che può
risultare sovversiva: l’ironia consente di riprendere in
considerazione quel che non avevamo visto semplicemente perché da
sempre sotto i nostri occhi. Anche solo ripetendo la tesi
dell’avversario è possibile metterla in dubbio («votare Pd? Eh
sì, è proprio una bella idea!»), col rischio di esser fraintesi e
rinforzarla nostro malgrado.
L’ironia, ricorda il
libro, è letteralmente anarchica: rimette in discussione lo stato
delle cose non per amore del caos (la confusione tra i due termini è
meglio lasciarla al tgl) ma perché in grado di proporre la ricerca
radicale di un nuovo equilibrio, in grado di mettere in discussione
l’organizzazione dello sfondo più che delle figure in primo piano.
[...]
il manifesto, 27 ottobre 2009
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