Teneva i cerotti di
Fentanyl sotto la lingua. È andato in overdose. L’ha salvato
un’ambulanza. La segnalazione arriva dalla Toscana, risale a
qualche mese fa ed è circolata solo tra pochi specialisti di
tossicodipendenze. Prima overdose in Italia per abuso di farmaci
antidolorifici a base oppioide. Un segnale. Come quelli che arrivano
dalla rete, in particolare dai profili social (riservati) di
adolescenti che acquistano online sciroppi alla codeina, tramadolo,
OxyContin. I medici parlano di «uso non terapeutico di sostanze
psicoattive». Ed è la prospettiva chiave per interpretare il futuro
del consumo di stupefacenti. A partire da un riferimento
internazionale: oggi gli Stati Uniti stanno affrontando la più
devastante epidemia di eroina nella storia del mondo occidentale.
Quali sono i rischi che in Italia si arrivi a un’evoluzione
analoga, con un ritorno di massa dell’eroina? In Nord America, una
politica commerciale molto aggressiva delle case farmaceutiche ha
saturato il mercato di antidolorifici oppioidi; s’è creata così
in pochi anni una base di dipendenza diffusa da farmaci con la stessa
molecola della morfina; a quel punto, i narcos messicani hanno
fiutato l’«opportunità di mercato» e inondato le strade di
eroina.
In Italia l’ultimo
ventennio è stato dominato dalla cocaina. L’eroina però non è
mai scomparsa, soprattutto in Emilia, Toscana, Campania. I fattori di
rischio dunque sono due, soprattutto per i consumatori più giovani.
Primo: le nuove generazioni non hanno memoria storica, sono senza
anticorpi, perché non ricordano la strage di ragazzi coi corpi
distrutti dalle spade che si bucavano e morivano nei parchi delle
città. Sono una generazione «vergine» di potenziali nuovi
«clienti». È quel che si vede al «boschetto» di Rogoredo, la più
grossa piazza di spaccio del Nord Italia, alle porte di Milano: in
fila per comprare eroina, i minorenni si mescolano ai vecchi tossici
che hanno più di 40 anni.
E poi c’è il rischio
della «deriva americana», il secondo fattore che può rilanciare la
diffusione dell’eroina: rispetto agli Stati Uniti, la circolazione
dei farmaci in Europa è più controllata, ma il mercato clandestino
è in fortissima espansione. Un anno fa i carabinieri di San Donato
hanno arrestato due iracheni che vendevano OxyContin fuori dalle
scuole di Segrate e Peschiera (hinterland milanese). Poco dopo, anche
i poliziotti di Milano hanno fermato due spacciatori egiziani di
farmaci oppioidi. Ai ragazzini, drogarsi con le medicine sembra più
«pulito». «L’abuso di questi farmaci – spiegano gli esperti –
finora è stato sottovalutato. Rischiamo di svegliarci di colpo e
scoprire una crisi già avanzata».
“La Lettura – Corriere della sera”,
8 aprile 2018
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