Non prendo né tram né
autobus da una trentina d' anni.
Non ho paura degli
attentati, ma degli aliti terrificanti e indescrivibili che hanno gli
italiani di tutte le estrazioni sociali. Entrare in un autobus è
come entrare in una camera a gas. I passeggeri non si lavano quasi
mai e dalle magliette alonate da chiazze di sudore emettono odori
violentissimi, che ricordano gli allevamenti di maiali parmigiani.
Solo che questi, alla fine di ogni stagione, vengono eliminati.
I mammiferi esperti di
calcio, che si fanno trasportare dai mezzi pubblici, ne approfittano
ignobilmente per scorreggiare come elefanti africani. Non sono
scoregge rumorose, ma hanno messo a punto una tecnica raffinata: il
terrificante soffione con effetti devastanti. Ho visto due anziane
signore di Liverpool piangere in silenzio, poi chiedere aiuto e
infine buttarsi dai finestrini in corsa. Ma l'insidia totale sono
gli aliti. Impiegati di banca in cravatta, operai con jeans e
giubbotti, pare abbiano appena ingoiato due spicchi d'aglio e due
topi morti. I più insidiosi sono i religiosi: suore e sacerdoti,
pare che abbiano banchettato l'intera notte con dei paté di merda e
con qualche stronzo come guarnizione. Se ce la fate, prendete un
taxi, almeno il tassista è di spalle.
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