Quella che segue è una poesia sulla
(e della) Resistenza spagnola.
Scritta negli anni '40 del Novecento,
a circa dieci anni dalla fucilazione, nei pressi di una fonte, di 5 giovani repubblicani ad opera dei
franchisti, ebbe circolazione obbligatamente clandestina nella
Spagna del Generalissimo. Per questo ci è giunta anonima.
Non si tratta però di poesia popolare, in qualche modo immediata e collettiva: in essa si avvertono le qualità di un autore fine e colto.
Non si tratta però di poesia popolare, in qualche modo immediata e collettiva: in essa si avvertono le qualità di un autore fine e colto.
Il testo è tratto dalla bella e importante antologia Romancero
della resistenza spagnola (Laterza 1970), curata da Dario
Puccini, cui si deve la traduzione. (S.L.L.)
LA FONTE
Questa, fra le due strade,
era la fonte antica.
M’accosto silenzioso.
Guardo fra le asperità
scorrere il rigagnolo
dalle fresche tenebre.
Là cinque rosolacci
nuovi fra l’erba molle
alzano la loro sparsa
solitudine leggera.
Non voglio dire nulla:
silenziosa è la terra.
Una notte spezzarono
presso quest’acqua serena
cinque giovani vite.
Verso il piano colava
qualche filo di sangue:
battesimo della terra.
Dieci anni sono passati
e l’estate ora incigna
alcuni fiori rossi.
Altro non ho visto. Questa era
la fonte antica; e ora,
con nome di leggenda,
la fontana dei morti.
Così la terra addensa
l'oblìo. Dolce e verde
con un silenzio d'erba.
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