Da "L'ospite ingrato" la rivista on line del Centro studi Franco Fortini di dura polemica contro quasi tutta la stampa italiana e quasi tutti i giornalisti, inclusi quella e quelli di sinistra, per i colpevoli silenzi su quanto, giorno dopo accade in Israele, diretta ad un Piero Sansonetti, a buon diritto usato come esempio negativo. Mi pare che Paola Canarutto, una ebrea impegnata senza tentennamenti contro l'occupazione israeliana, sintetizzi molto efficacemente quanto da altri viene dimenticato o rimosso (S.L.L.).
Ieri mattina c’è stato un “Prima Pagina” indecente (soprattutto, a dire il vero, per il mettere in luce il razzismo della destra italica, sulla quale Sansonetti, che lo teneva, non ha preso posizione). Ho inviato una mail a Prima “Pagina”. Va detto che, del «manifesto», Sansonetti ha letto con partecipazione un articolo: ma era quello – peraltro ottimo – di Loris Campetti. Traduzione italiana: in Italia per classificarsi “di sinistra” basta dire qualcosa sui problemi del lavoro. Sulle questioni israeliane, o si tace, o si sostiene Israele. (Paola Canarutto)
21/4/2009
Egregio dott. Sansonetti,
dissento da come è stata condotta la puntata di oggi di Prima Pagina. Ritengo che sia estremamente dannoso (o “counterproductive”, come direbbero gli anglofoni), che a denunciare Israele sia un negazionista come Ahmadinejad. Ma chiudere gli occhi e le orecchie rispetto alle azioni israeliane, in Israele e nei Territori Occupati, rifiutando di dire che siano razzisti, è molto male.
Vada, dott. Sansonetti, come la sottoscritta ha fatto diverse volte, a vedere la Cisgiordania (Le direi anche a Gaza, ma lì Israele impedisce l’ingresso). Vada a vedere le colonie, solo per ebrei (anche non cittadini israeliani); e le strade che le collegano, solo per auto con targa israeliana.
Si informi sulla distribuzione dell’acqua: ciascun israeliano usufruisce, riporta la Banca Mondiale, di acqua in quantità 4 volte maggiore di quella concessa ai palestinesi. Questo perché Israele avoca a sé i 4/5 dell’acqua dei Territori Occupati, e il palestinese medio ha a disposizione meno acqua di quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il minimo. C’è un ottimo articolo sul «manifesto» di oggi, sulla questione; e gli stessi dati sono proclamati da tempo dall’ONG israeliana B’Tselem.
Vada a vedere le strade e le case di Gerusalemme Est, conquistata da Israele nel 1967, e le confronti con le strade e le case di Gerusalemme Ovest, e delle colonie intorno alle parti palestinesi della città.
Si informi su come funzionano i tribunali israeliani: quando l’imputato è un ebreo israeliano, e quando l’imputato è un palestinese. Le risulta che i palestinesi in carcere godano dei benefici di cui gode in prigione l’assassino di Rabin? In altre parole, secondo Lei, possono generare figli, mentre sono in carcere? E presenziare alla loro circoncisione?
Si informi, dottor Sansonetti, del recente licenziamento dei casellanti palestinesi, cittadini israeliani, dalle locali Ferrovie, per far posto a «cittadini che hanno compiuto il servizio militare» – onde, per l’appunto, escluderne gli “arabi”. Tutto questo, con il silenzio del principale sindacato israeliano, l’Histadrut.
Se in causa non fosse Israele, come definirebbe comportamenti del genere?
Se uno stato qualunque trattasse gli ebrei locali come Israele dal ’48 tratta i palestinesi (cacciandoli per costituire lo stato ebraico, e distruggendo i loro villaggi, poi sottoponendoli a legislazione militare e confiscando loro le terre), Lei cosa direbbe? Se distruggesse le loro case per ampliare i luoghi destinati agli ebrei (vada a vedere la spianata di fronte al Muro del Pianto, dott. Sansonetti. Che fine hanno fatto lì le case degli abitanti palestinesi, nel ’67)?
Molto più chiari dei timorosi italiani sono dei giornalisti ebrei, in Israele. Su «Haaretz» ieri è uscito un articolo di Gideon Levy, che paragona le azioni israeliane a quelle della Germania degli anni ’301. Anni fa, lo stesso paragone era stato esplicitato con energia da Hajo Meyer2, anziano ebreo olandese, già deportato ad Auschwitz.
Hajo Meyer è di Een Ander Joods Geluid3, gruppo olandese che è parte di European Jews for a Just Peace (EJJP), al cui comitato esecutivo ho l’onore di appartenere. Alla sinistra italiana occorrerebbe un (piccolo) atto di coraggio, anziché chiudere occhi e orecchie: leggere «il manifesto», sull’argomento, in Italia, l’unico giornale onesto; e sostenere quei pochi israeliani, ed i gruppi ebraici, che si oppongono alle politiche israeliane. Dottor Sansonetti: sappiamo, noi italiani, che “chi tace acconsente”. Che i giornali italiani, con una sola eccezione, tacciano, non va a loro onore.
dott. Paola Canarutto
di Rete-ECO (Rete degli Ebrei contro l’Occupazione)
e del Comitato Esecutivo di EJJP
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