2.5.10

Spoleto: la Liberazione in Montagna.

Franco Spitella,partigiano combattente, spoletino.

Marco e Francesca che ho tra i miei corrispondenti nella rubrica email, ma che non conosco di persona mi inviano questo resoconto del 25 aprile spoletino in montagna organizzato dal Comitato Antirazzista di Spoleto. Appuratane la veridicità lo posto qui, come segno di un nuovo, fresco antifascismo che sta sbocciando. Il 25 aprile del 70, a Palermo, Carmela ed io partecipammo ad un bel 25 aprile, ricorrenza che per molto tempo i partiti della sinistra storica avevano trascurato, ma che ora, per l’impulso del Movimento studentesco e dei gruppi extraparlamentari, non poteva più ignorare. Corteo diviso in due tronconi: uno più piccolo degli “ufficiali” (Pci, Psi, Anpi ecc.) guidato da Pompeo Colajanni e dai suoi simpatici baffi ottocenteschi; uno più grosso del Movimento e dei “gruppetti”. Ci venne incontro il mio futuro suocero, Giacomino Lo Presti, che aveva fatto il clandestino nel Pci, e aveva le lacrime agli occhi nel vedere sua figlia sfilare per quella ricorrenza e con quegli slogan antifascisti. Io mi sono commosso a leggere di questi ragazzi spoletini. Evviva! (S.L.L.)

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Forca di Cerro (presso Spoleto) La lapide per i partigiani yugoslavi caduti in Valnerina

Grande successo e qualcosa da migliorare per il "25 aprile in montagna"

La Festa organizzata sabato 24 e domenica 25 aprile per festeggiare la Liberazione dal fascismo e ringraziare la Resistenza armata dei nostri nonni Partigiani è stata, sul piano numerico, un successo strepitoso ed inimmaginabile: ci aspettavano 50 persone, ci siamo ritrovati in 300!!!

I ragazzi sprovvisti di automobile, ci hanno detto che pur mettendosi in cammino a piedi (sono circa 20 km da Spoleto!) non è stato difficile trovare qualche auto per strada che saliva alla Festa e che gli ha dato un passaggio.

La mattina fino alle 12 ancora c'erano una sessantina di persone a pulire i prati e il rifugio, quaranta circa si sono fermati per il pranzo.

Quest'anno abbiamo deciso di festeggiare il 25 Aprile sulle Montagne della Resistenza. Ovviamente, si è trattato di una festa ludica, in cui prendere il sole, andare in mountain bike, fare una passeggiata, mangiare, bere, cantare, ballare, suonare, campeggiare, ecc, senza però dimenticare il valore di questa data. Ma la festa vuole anche essere un'occasione per ricordare che se ritornano le leggi razziali, se ritornano le ronde squadriste, se torna la censura alla stampa, insomma se torna il fascismo, anche noi siamo pronti a tornare in montagna, anche noi siamo pronti ad una nuova Resistenza.

Però riteniamo che, per cambiare davvero le cose, bisogna sempre pretendere il massimo da se stessi. Quindi alcune critiche ce lo dobbiamo rivolgere. In primo luogo ci aspettavamo più politica e meno festa. Pensavamo di essere molti di meno e invece siamo stati sommersi da una folla di ragazzi e ragazze inimmaginabile, il che ci ha reso ovviamente enormemente felici, ma buona parte di queste centinaia di persone non aveva lo spirito politico libertario, antirazzista e rivoluzionario che speravamo. Dobbiamo infatti chiederci: “Perché è così facile, con un minimo di propaganda, trovare 300 "bardasci" in montagna a festeggiare, ma è così difficile trovarne 100 in piazza a manifestare”?

Alcune compagne ci hanno inoltre chiesto perché non fossero stati organizzati uno o magari anche due dibattiti, ad esempio uno per commemorare la resistenza di ieri e un altro per sottolineare quella di oggi, il che indica che qualcosa in più si poteva fare per politicizzare la Festa, pur però rischiando una minore partecipazione. Inoltre, vogliamo fare un appunto controcorrente. Solitamente, quando si organizzano manifestazioni politiche, si sente lamentare la scarsa presenza dei giovani, qui è avvenuto il contrario. Anche se il Comitato Antirazzista di Spoleto è composto quasi esclusivamente da giovani e giovanissimi, noi vogliamo creare un vasto movimento popolare e non una nicchia di "giovani ribelli"; avremmo gradito la presenza di qualche decina di quarantenni e cinquantenni, che invece è mancata.

Ma questi ovviamente sono obiezioni marginali, che, da soli e per primi, rivolgiamo a noi stessi per migliorare in futuro. Il dato importante è che 300 persone, nella piccola Spoleto, sono salite in montagna per festeggiare la Resistenza partigiana e contrastare il razzismo del governo. Le nostre azioni continueranno per tutta la settimana, durante la quale imbiancheremo il rifugio della Comunanza Agraria e puliremo le scritte e i danneggiamenti fatti alcuni mesi fa da qualche cretino che con tante brutte metropoli che ci stanno non ha trovato di meglio che venire a rovinare questo meraviglioso angolo di Montagna.

Comitato antirazzista di Spoleto





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