Su Pontifex.Roma, un sito cattolico tradizionalista che fortemente incoraggia la restaurazione ratzingeriana, si occupano anche di problemi liturgici intervistando vescovi e cardinali. Con Monsignor Pietro Ottorino Alberti, Arcivescovo Emerito di Cagliari, hanno ragionato delle Messe di Prima comunione.
Il prelato se la prende con la visione pagana che si esprime “nel vestito, nel banchetto, nella bomboniera”, che fanno dimenticare la “comunione eucaristica”. Spara a zero sui fiori, sulla coreografia, sul chiacchiericcio dei parenti e degli invitati. Non sopporta i fotografi: “Non me ne parli. Io non la ho con loro che spesso sono all'oscuro di quello che accade, ma con chi dovrebbe frenarne l'azione. Succede che sbucano da ogni parte, riprendono cose che non sono da spettacolarizzare come la elevazione o altre fasi della messa. O sbucano sul prebiterio, cosa che reputo addirittura sacrilega”. Conclude che “sarebbe bene dividere i ragazzi per piccoli gruppi”, perché così come vanno le cose c’è un caos indescrivibile, “spesso accade di tutto”.
Leggendo, mi è venuta in mente la storiella attualmente in voga sul prete pedofilo. Richiesto dal giudice del perché, lubrico, soleva saltare addosso ai bambini, rispose stizzito: “E’ colpa loro, non stanno mai fermi”.
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