Flavia Amabile, de “La Stampa”, il 5 aprile scorso ha curato un paginone dedicato all’imminente apertura al pubblico del museo delle carrozze dei Savoia, “un piccolo tempio per celebrare una delle più ricche collezioni di carrozze del mondo, un luogo in grado di gareggiare con i musei di Londra e Vienna ma senza poterlo dire ad alta voce: sarà visitabile soltanto su prenotazione e in alcuni giorni della settimana”. Spiega che sarà soprattutto il racconto di una passione, “forse la più grande tra le tante coltivate dai Savoia durante la loro lunga dinastia”, quella per cui, preso possesso del Quirinale dopo il 1870, distruggono i giardini papali alle spalle del palazzo, un parco di grande bellezza con fontane, ninfei e giochi d'acqua. Alle sue spalle “fanno costruire un severo palazzo e ricavano decine di locali per le vetture: dalla rimessa alle scuderie. E poi un piano intero per finimenti, attrezzature, e gli alloggi per il personale, un centinaio di persone. Alla fine nasce una vera e propria cittadella all'interno del Quirinale, curata, coccolata e vezzeggiata dai re d'Italia come uno dei giocattoli più amati, e posta sotto il controllo del Grande Scudiere, capo indiscusso del nuovo quartiere e di tutto quello che avviene al suo interno”.
Il progetto di apertura risale al 2002, alla presidenza Ciampi, nel 2007 una legge fece entrare anche le carrozze fra i beni culturali da tutelare e Louis Godart, consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico del Quirinale, si mise al lavoro. Le 105 vetture stipate nelle scuderie ottocentesche sono recuperate quasi totalmente e in gran parte trasferite alla residenza estiva di Castelporziano e al museo della Motorizzazione militare. Nel palazzo ne restano una ventina schedate e sottoposte a manutenzione straordinaria. In esposizione ci saranno alcuni prezzi assai pregiati, come le berline di gran gala del Settecento. Secondo la Amabile la visita sarà una vera e propria immersione nella storia. Dal paginone de “La Stampa” riprendo qui una sorta di guida ai tipi di carrozza, che ho corredato di immagini pescate nella rete. (S.L.L.)
---Le antenate dell’auto
Berlina (il lusso)
Chiusa, con funzioni di rappresentanza, era usata dai nobili e dai ricchi borghesi fino alla fine del XIX secolo, quando le prime automobili cominciarono a diventare simbolo di ricchezza e di modernità.
D’uso comune fino alla prima metà del XX secolo, il calesse a due sole ruote era il veicolo della maggioranza maggiormente utilizzato per gli spostamenti veloci con limitate quantità di bagagli o materiali. in alcuni casi, era dotato di una copertura retraibile detta “mantice”.
Landò (la comodità)
E’ una carrozza a quattro ruote e doppia copertura retraibile a “mantice”. Il sedile per il cocchiere è posto, generalmente, davanti e la carrozza viene trainata da 2 o quattro cavalli. La parte destinata a ospitare i passeggeri era fornita di sedili a panchetta con disposizione vis à vis.
Il termine spider, che in inglese significa ragno, era utilizzato per identificare un particolare tipo di carrozza scoperta a due posti, così chiamato perché la minuscola carrozzaria restava sospesa tra quattro enormi ruote a raggi, ricordando appunto la figura di un ragno.
Padovanella (l’agilità)
E’ un calessino a due ruote con uno o due posti, privo di coperture fisse o retraibili e di spazio posteriore per i bagagli. E’ l’antenato dei moderni sulky, usati nelle corse di trotto. dalle dimensioni contenute, consentiva di muoversi agevolmente nella viuzze cittadine.
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