Bottondoro |
Venerdì, 9 aprile 1915
Mia
cara signorina Jacob,
[...]
Un grazie tutto speciale per i fiori; Lei non sa che buona azione è
stata la Sua. Così posso occuparmi nuovamente di botanica, il che è
la mia passione e il miglior modo di riposarmi dopo il lavoro. Non so
se Le ho già fatto vedere i miei quaderni di botanica, sui quali,
dal maggio 1913, ho raccolto circa 250 piante — tutte
meravigliosamente conservate. Li ho tutti qui, insieme ai miei vari
atlanti ed ora posso impostare un nuovo quaderno, uno speciale per la
«Barnimstrasse». Proprio tutti i fiori che Lei mi ha mandato non
li avevo ancora, ed ora li ho messi nel quaderno; sono
particolarmente contenta del bottondoro (quel fiorellino giallo nella
prima lettera) e della pulsatilla, perché qui intorno a Berlino non
se ne trovano. Anche le 2 foglie d’edera della signora von Stein
sono state eternate — in realtà l’edera non ce l’avevo ancora
(hedera helix in latino); la loro origine mi fa doppiamente piacere.
A parte l’erba trinità, tutti i fiori erano stati spianati a
dovere, il che è importante per fare della botanica.
Sono
contenta per Lei che possa vedere tante cose; per me sarebbe una
punizione se dovessi visitare musei e simili. Mi viene subito
l’emicrania e ne ho le ossa rotte. Per me l’unico riposo consiste
nel bighellonare o sdraiarmi sull’erba, al sole, osservando gli
insetti più minuti o fissando le nuvole. [...]
In
Per conoscere Rosa Luxemburg,
a cura di Lelio Basso, Oscar Mondadori, 1977
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