Esenin in una foto del 1921 |
Noi adesso ce ne andiamo a poco a poco
verso il paese dov'è gioia e quiete.
Forse, ben presto anch'io dovrò
raccogliere
le mie spoglie mortali per il viaggio.
Care foreste di betulle!
Tu, terra! E voi, sabbie delle pianure!
Dinanzi a questa folla di partenti
non ho forza di nascondere la mia
malinconia.
Ho amato troppo in questo mondo
tutto ciò che veste l'anima di carne.
Pace alle betulle che, allargando i
rami,
si sono specchiate nell'acqua rosea.
Molti pensieri in silenzio ho meditato,
molte canzoni entro di me ho composto.
Felice io sono sulla cupa terra
di ciò che ho respirato e che ho
vissuto.
Felice di aver baciato le donne,
pestato i fiori, ruzzolato nell'erba,
di non aver mai battuto sul capo
gli animali, nostri fratelli minori.
So che là non fioriscono boscaglie,
non stormisce la segala dal collo di
cigno.
Perciò dinanzi a una folla di partenti
provo sempre un brivido.
So che in quel paese non saranno
queste campagne biondeggianti nella
nebbia.
Anche perciò mi sono cari gli uomini
che vivono con me su questa terra.
1924
da Poesia russa
del Novecento (a cura di Angelo Maria Ripellino), Feltrinelli,
III ed. 1973
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