[…] Pare più realistica la tesi
sostenuta da Ulisse Prota-Giurleo. Secondo questa abitava in Napoli
in via Cavallerizza un falegname perugino, di nome Mariotto
Polecenella, deriso da tutti sia per le proporzioni del suo naso, sia
per il licenzioso comportamento della moglie che lui accettava con
rassegnazione. Pare che, in coincidenza con le scappatelle della
consorte, intensificasse l’attività lavorativa e maneggiasse il
martello con tale vigore e conseguente fracasso da disturbare le
recite di attori che si esibivano in un vicino teatro.
L’impresario della compagnia, Lutio
Fedele, stufo delle lamentele degli attori e del pubblico, chiese a
Silvio Fiorillo, famoso comico della commedia dell’arte, nato a
Napoli nella metà del XVI secolo e che impersonava con gran successo
la maschera di Capitan Mattamoros (caricatura del militare spagnolo),
di cambiare per una volta il suo ruolo. Gli fece indossare un camice
bianco da falegname, gli ricoprì il viso con una maschera di cuoio
dal naso grosso e gibboso e uno sproporzionato neo sulla fronte,
allusione a un incipiente corno. Con questa maschera il Fiorillo
avrebbe dovuto interpretare le disavventure coniugali di Polecenella.
La gente del rione, saputo della nuova interpretazione di Fiorillo,
conoscendo bene mastro Mariotto e soprattutto la disinvolta vita
della moglie accorse in massa ad assistere allo spettacolo.
Il debutto fu strepitoso e gli incassi risultarono senza precedenti, ma il povero Mariotto Polecenella per la vergogna lasciò la casa di via Cavallerizza e partì con la moglie per destinazione ignota. La conclusione di questa vicenda fu che l’impresario si era liberato dei fastidiosi rumori provenienti dalla falegnameria e che Fiorillo cominciò, da allora, a portare in giro, con gran favore del pubblico, la maschera di Pulcinella fino al giorno della morte, avvenuta nel 1632.
Il debutto fu strepitoso e gli incassi risultarono senza precedenti, ma il povero Mariotto Polecenella per la vergogna lasciò la casa di via Cavallerizza e partì con la moglie per destinazione ignota. La conclusione di questa vicenda fu che l’impresario si era liberato dei fastidiosi rumori provenienti dalla falegnameria e che Fiorillo cominciò, da allora, a portare in giro, con gran favore del pubblico, la maschera di Pulcinella fino al giorno della morte, avvenuta nel 1632.
da Storie della città di Napoli, Newton Compton, 2006
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