Da un vecchio numero di
“micropolis” recupero un “piccasorci” non firmato, d'ambientazione
ternana, commento a un fatterello di cronaca
locale politico-amministrativa, emblematico di un “demimonde”
politico, più diffuso di quanto non si creda. (S.L.L.)
Lui, forse, voleva
concupirla, lei, invece, voleva aprire un dibattito
politico-urbanistico. Ma perché lei, che voleva discutere degli
assetti della città, ha accettato di cenare con lui in un ristorante
appartato a cinquanta chilometri da Terni, mettendo a disposizione
della gita la sua Porsche? Lui, forse, ha pronunciato la frase
incriminata "ci sarebbe un agriturismo qui vicino”. Rimane,
però, oscuro perché lei, parte lesa, non vada a riferire il fatto
ai carabinieri e invece denunci il "reprobo” alla commissione
urbanistica comunale di cui fa parte. C'è, insomma, qualche ombra
nella vicenda dell'imprenditrice e consigliera comunale dello Sdi
Tiziana Tombesi in Struzzi, contitolare, con il marito, di una nota
ditta costruttrice di Terni, già indagata (la ditta) ai tempi di
tangentopoli, e di Feliciano Polli, vicesindaco margherito e
assessore all'urbanistica della seconda città dell'Umbria. Perlomeno
un malinteso sugli scopi della cena. Il sindaco Raffaelli ha così
chiosato la vicenda: "un assessore all'urbanistica che deve
parlare del Piano regolatore generale con un autorevole consigliere
comunale o con un autorevole imprenditore o, più ancora, con un
autorevole consigliere comunale che è anche un autorevole
imprenditore è bene che svolga questo confronto nella sede pubblica
di una commissione o nella sede privata istituzionale del suo ufficio
di assessore, non in una cena a quattr'occhi”. Pas mal.
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