5.8.11

Italia. L'impunità dei torturatori. Una denuncia di Amnesty International.

Il brano che segue è parte di un articolo di Eleonora Martini su “il manifesto” del 20 luglio 2011, un pezzo di cronaca relativo a un fatto specifico, l’udienza di Amnesty International alla Commissione diritti umani del Senato italiano.
E tuttavia le dichiarazioni di Amnesty International evidenziano una macchia antica negli ordinamenti giuridici del nostro paese, una macchia che tende ad allargarsi: l'assenza di un reato come la tortura che, se inserito nei codici, sarebbe imprescrivibile. Amnesty Italia, a sua volta, denuncia ingiustizie gravissime ed evidenti nei processi per i fatti della caserma Diaz, a Genova, dieci anni fa. (S.L.L.)
Che cos'è la tortura? «Gli arresti arbitrati nel carcere provvisorio di Bolzaneto con maltrattamenti e minacce di stupro e di morte, gli schiaffi, i pugni, la privazione di cibo, acqua e sonno, le posizioni forzate per tempi prolungati. Il raid nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 alla scuola Diaz. Le aggressioni indiscriminate verso manifestanti pacifici e giornalisti. Cos'altro sono?». Per Amnesty international, che ieri è stata sentita dalla Commissione di tutela dei diritti umani del Senato sullo stato di salute della nostra democrazia, sono «una macchia intollerabile nella storia italiana dei diritti umani». Una vergogna che ancora attende, a dieci anni dal G8 di Genova, «un'assunzione di responsabilità e le pubbliche scuse alle vittime e a tutti gli italiani».
Nel nostro codice penale il reato di tortura non è mai stato inserito perché governi di destra e di sinistra hanno sempre sostenuto, senza tema del ridicolo, che da noi «non serve». Ma secondo la definizione della Convenzione Onu ratificata dall'Italia nel 1988 ma mai attuata, è l'atto commesso da persona agente da pubblico ufficiale per «infliggere intenzionalmente» ad un'altra persona «dolore o sofferenze forti, fisiche e mentali», al fine di ottenere informazioni o confessioni, di punirla, di intimorirla o di far pressione su di lei o su terzi, o «per qualsiasi altro motivo fondato su forme di discriminazione». Il reato di tortura non si prescrive. E invece, ha spiegato in conferenza stampa al Senato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, «le sentenze di appello sulle violenze alla Diaz e a Bolzaneto emanate nel 2010 e le decisioni emerse in altri procedimenti riconoscono responsabilità di agenti e funzionari delle forze dell'ordine per violenze fisiche e psicologiche, calunnie, falso. Ciononostante, il riconoscimento giudiziario degli abusi non è stato accompagnato da sanzioni penali che ne riflettessero la gravità, a causa della mancanza del reato di tortura e della prescrizioni dei reati minori, conducendo così in molti casi all'impunità».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi ricordo che ho pianto vedendo le immagini in tv. Credo che me lo ricorderò per sempre questo fatto. Da allora qualcosa è cambiato, qualcosa è stato cancellato per sempre.

statistiche