Il brano che segue è tratto da Eros e Priapo, di Carlo Emilio Gadda. In esso si discorre del fascismo di Mussolini e della sua priapica religione (si potrebbe volgarizzare in “religione del cazzo”), ma credo che lo si possa, senza troppe difficoltà, applicare al tempo presente con qualche marginale attualizzazione. La “foja pittorica e teatrale” s’è fatta ora ossessione televisiva. (S.L.L.)
Una lubido, una foja pittorica e teatrale ha condotto l’Italia al sacrificio durante il catastrofico ventennio, non una ratio, un νοῦς, una coscienza etica, uno spirito religioso. Religione non è l’accomodarsi col Papa per l’averne o sperarne licenza o assistenza alle sbirrerie e alle ladrerie, non è il battezzare le navi da guerra con l’asperges, non è il berciare da i’ balcone «la santità della famiglia» per poi sparapanzarsi adultero ai tardi indugi di un sonnolento tramonto.
«Religio, religiones» (scrupoli o perplessità che ci «rilègano» al mistero) muovono a meditare sui destini umani e sulle fortune civili… Religione è un sommettersi a quel misterioso ignoto cioè non sempre razionalmente consapevole che sospettiamo essere, nella deserta luce della vanità, la presenza invisibile di Dio.
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