Stefano Benni |
Quando rileggo, e rileggo spesso, appaiono cose nuove nello stesso libro. Non erano dimenticate, erano solo in un'altra biblioteca della mia testa. Il cappotto di Gogol, letto venti anni fa, mi era sembrato una bizzarria, un minuetto. Ora lo ho trovato crudele, spietato. Forse perché personaggi come Akakievic esistono più che mai, sfruttati, licenziati, buttati via, ritenuti inutili. Il cappotto è stato scritto oggi.
Da una intervista a Giovanna Zincone, "Tuttolibri - La Stampa" 15 gennaio 2011
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