4.8.12

1915-1918. I giovani socialisti contro la guerra (di Enrico Berlinguer)

Per i trent'anni della Federazione Giovanile Comunista Italiana, il 29 gennaio del 1951 si tenne a Firenze una solenne riunione del Comitato Centrale. I discorsi commemorativi vennero tenuti da Enrico Berlinguer, al tempo segretario nazionale della Fgci, e da Ruggero Gieco che, tra i giovani, al fianco di Amedeo Bordiga, era stato uno dei protagonisti delle scissioni e fondazioni del 21: quella del Pci a Livorno il 21 gennaio e quella dell'organizzazione dei giovani comunisti, il 29 gennaio a Firenze.
I due discorsi, con la prefazione di Giancarlo Pajetta, furono pubblicati nel volumetto Gesta ed eroi della Gioventù d'Italia, Edizioni "Gioventù nuova", da cui ho ripreso il brano che segue. (S.L.L.)
Nelle lotte della FGS contro la guerra vi furono degli errori, delle debolezze, vi furono dei fenomeni di anarchismo, di pacifismo piccolo borghese, errori che sono stati e che vanno criticati. Ma bisogna anche dire che, mentre i pacifisti piccolo borghesi, gli anarchici, i riformisti capitolarono e passarono nel campo della borghesia nazionalistica e guerrafondaia i giovani socialisti mai capitolarono e mai rinunciarono a condurre una lotta contro le guerre della borghesia. Basta ricordare la lotta condotta dalla gioventù socialista contro la guerra libica del 1911-1912, guerra organizzata dalla borghesia italiana per estendere ed allargare i suoi profitti, guerra contraria agli interessi della classe operaia e dei lavoratori italiani. Basta ricordare la posizione decisa presa dalla gioventù socialista contro la prima guerra mondiale del 1915-1918, mentre i capi del Partito socialista esitavano e passavano nel campo nemico. In questo periodo la gioventù socialista svolse una notevole attività di propaganda, diffuse manifestini e giornali, promosse comizi contro la guerra, condusse un'agitazione continua nelle file dell'esercito. I giovani socialisti erano allora pochi e non avevano certo la speranza di poter evitare la guerra o di portarne fuori l'Italia; tuttavia essi non esitarono a prendere una posizione di lotta e a battersi nonostante persecuzioni di ogni tipo, nonostante che il governo fosse arrivato in molte località fino allo scioglimento di molte organizzazioni della gioventù socialista e alla proibizione dei suoi giornali e all'arresto di numerosi dirigenti della gioventù socialista, fra cui alcuni nazionali che per primi dettero l'esempio di come si deve lottare contro la guerra imperialistica.
Tra di essi vi fu il segretario della Federazione giovanile socialista Amedeo Catanesi, morto in trincea, probabilmente fatto assassinare dagli stessi scherani della borghesia, e tutti i membri del C.C. della Federazione Giovanile Socialista, arrestati il 16 settembre del 1916, incolpati di aver diffuso un manifestino contro la guerra lanciato il 1° settembre del 1916 dall'Internazionale Giovanile socialista, nel quale si affermava: «Voi compagni delle trincee ascoltate l'appello nostro e del recluso Liebknecht: abbandonate le trincee e tornate a casa, abbassate le armi e rivolgetele contro il nemico che è nel vostro paese e che vi ruba la luce del sole».
Quasi tutti i membri del C.C. della Federazione Giovanile Socialista furono condannati a 4-5 anni di reclusione, il segretario nazionale Marinozzi morì in carcere in seguito alle sofferenze patite.

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