Il celebre articolo delle "lucciole", oggi negli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, nel febbraio 1975 denunciava sul "Corriere" l'avvento di un "nuovo potere" orribile. Secondo il poeta i governi e gli uomini politici democristiani avevano assecondato e favorito il processo, ricavandone vantaggi personali e di gruppo. In più di un'occasione, pertanto, Pasolini dichiarò di volerli portare alla sbarra in un pubblico processo. Il brano che segue è l'incipit di un articolo, Il Processo appunto, in cui enumera i principali capi d'accusa. (S.L.L.)
Dunque: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la Cia, uso illecito di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come si usa dire, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, responsabilità dell'abbandono «selvaggio» delle campagne, responsabilità dell'esplosione «selvaggia» della cultura di massa e dei mass-media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa, e infine, oltre a tutto il resto, magari anche distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori.
Ecco l'elenco, l'elenco «morale», dei reati commessi da coloro che hanno governato l'Italia negli ultimi trent'anni, e specie negli ultimi dieci…
Corriere della Sera, 24 agosto 1975
ora in Lettere luterane, Einaudi, 1976
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