Lelio Basso nel 1952 |
Noi assistiamo a questo
punto al passaggio improvviso di quelle borghesie occidentali dal
vecchio esasperato nazionalismo, ad un’ondata di cosmopolitismo. Ma
cosí come il sentimento nazionale del proletariato non ha nulla di
comune con il nazionalismo della borghesia, cosí il nostro
internazionalismo non ha nulla di comune con questo cosmopolitismo di
cui si sente tanto parlare e con il quale si giustificano e si
invocano queste unioni europee e queste continue rinunzie alla
sovranità nazionale. L’internazionalismo proletario non rinnega il
sentimento nazionale, non rinnega la storia, ma vuol creare le
condizioni che permettano alle nazioni di vivere pacificamente
insieme. Il cosmopolitismo di oggi che le borghesie, nostrana e
dell’Europa, affettano è tutt’altra cosa: è rinnegamento dei
valori nazionali per fare meglio accettare la dominazione straniera.
Dall'intervento alla
Camera dei Deputati del 13 luglio 1949, nel corso della discussione
del disegno di legge per la ratifica dello Statuto
del Consiglio d’Europa. Lelio Basso, all'epoca, era segretario del
Partito Socialista Italiano.
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