Articolo di 5 anni fa
esatti: in qualche punto andrebbe aggiornato. Per me resta ricco di
notizie curiose e interessanti. (S.L.L.)
Jacopo Tintoretto, Le nozze di Cana |
Il primo miracolo di
Gesù causò una sbornia generale.
Racconta Giovanni
l’evangelista: “Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era
la madre di Gesù. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre
di Gesù gli disse: ‘Non hanno più vino’”. Il Messia diede una
risposta dura a Maria. Chiamandola donna: “E Gesù rispose: ‘Che
ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora’. La
madre dice ai servi: ‘Fate quello che vi dirà’”. Venne così
il momento: “Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione
dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro:
‘Riempite d’acqua le giare’; e le riempirono fino all’orlo.
Disse loro di nuovo: ‘Ora attingete e portatene al maestro di
tavola’. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua
diventata vino, il maestro di tavola (...) chiamò lo sposo e gli
disse: ‘Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un
po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora
il vino buono’”.
Ufficio eventi
soprannaturali: le verifiche scientifiche e teologiche
Quel che la ragione non
riesce a spiegare è un miracolo. E sant’Agostino, che non fu mai
privo di ragione critica, n’era convinto: “Non sarei cristiano
senza miracoli”. La Chiesa cattolica per conservare se stessa deve
accertare i miracoli, afflati di presenza divina, segni di
onnipotenza del creatore , ma non deve raggirare la scienza. In
Vaticano, in piazza Pio XII, c’è l’ufficio miracoli che lambisce
la basilica di san Pietro. L’ultima correzione fu impressa più di
trent’anni fa con la Divinus perfectionis magister: è la
costituzione apostolica che accerta i miracoli. In piazza Pio XII ha
sede la Congregazione per le Cause dei Santi, composta da 36
componenti fra cardinali, arcivescovi e vescovi supportati dai
collegi di consultori, teologici e storici. Il prefetto è il
porporato Angelo Amato, salesiano di Molfetta. In trent’anni le
“istanze miracolose” sono circa state 500. Attraversato il
sentiero lugubre del Medioevo, il Vaticano ha costruito un meccanismo
per non confondere la mano divina con la mano di un impostore. Quando
un fedele, o anche un ateo convertito, rivela di aver ricevuto una
guarigione con l’intercessione di un uomo o una donna in odore di
santità, che parrebbe al cospetto di Dio e così potrebbe
intervenire per alleviare le pene ai sofferenti, la pratica non viene
subito trasferita al palazzo in Vaticano. La procedura prevede una
serie lunghissima, e complessa, di verifiche intermedie, teologiche
certo, ma soprattutto scientifiche.
Apparizioni e stimmate
a indagare è l’ex Sant’Uffizio
Non c’entrano nulla,
per restringere il campo, i fenomeni mistici di apparizioni di
Madonne o di statuette che piangono, come accadde a Civitavecchia
qualche anno. O come l’apparizione a Palermo, nel quartiere
popolare di Capo, di un’ombra sul campanile della chiesa di Santa
Maria della Mercede (chiusa da anni) che i fedeli giuravano fosse
l’adorata Santa Rita da Cascia o la Madonna Addolorata. Su questi
fenomeni, che includono anche le stimmate, pensiamo a san Francesco
d’Assisi o san Pio da Pietrelcina, indaga invece la Congregazione
per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio. Proprio padre Pio,
negli anni venti del secolo scorso, non venne creduto dal severo
organismo vaticano. Padre Agostino Gemelli lo definì “un
imbroglione”. Successivamente, le stimmate sono entrate pure nel
processo di canonizzazione. Altro caso clamoroso sono le apparizioni
della Madonna a Medjugorje. L’ex Sant’Uffizio continua a
investigare con una speciale commissione d’inchiesta presieduta dal
cardinale Camillo Ruini.
Il potere taumaturgico
del fondatore dell’Opus Dei
I miracoli per eccellenza
sono le guarigioni. Nel ’98, una donna indiana sconfisse il tumore
dopo aver pregato una suora di origini albanese, madre Teresa di
Calcutta. Nel ‘61, un italiano, malato di fegato, rimosse la
malattia dopo aver pregato con un’immagine di Nicola Stenone,
vescovo danese, sotto il cuscino. E nel 2005, una suora francese non
ebbe più i sintomi del Parkinson dopo aver invocato l’aiuto di
Giovanni Paolo II, appena scomparso. Non ci sono corsie preferenziali
per i pontefici, tutti si devono sottoporre all’itinerario
contemplato dalla Congregazione. Anche uno dei santi più discussi,
Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell’Opus Dei, vanta una
guarigione miracolosa. Nel 1993 si ebbe notizia della guarigione
“rapida, completa e duratura, scientificamente inspiegabile” del
dottor Manuel Ne-vado Rey. La sua malattia era “cancerizzazione di
radiotermite cronica grave al 3° stadio, in fase d’irreversibilità”.
Processo per diventare
santi: il rischio dell’intromissione diabolica
Per conquistare la
santità, ci sono tre protagonisti essenziali: l’attore, il
postulatore e il vescovo che controlla. L’attore propone una causa
di canonizzazione, il postulatore, che deve risiedere a Roma, la
sostiene in Congregazione e il vescovo conferisce la procura. La
presunta guarigione miracolosa viene esaminata da una commissione di
cinque medici più due periti, che possono essere anche atei o
appartenenti a un’altra religione. Vengono ascoltati dei testimoni,
vengono sottoscritti verbali e vengono anche incrociate le prove.
Quando i medici non riscontrano dinamiche scientifiche, il fascicolo
– sì, sono davvero faldoni di documenti – viene trasferito ai
teologici, che devono scongiurare qualsiasi intromissione di satana,
uno spirito del male che può superare le leggi naturali.
Giovanni Paolo II, un
miracolo per l’avvocato Carlo Taormina
Non è necessario per un
santo aver compiuto un miracolo perché il pontefice, esercitando i
suoi poteri di capo supremo della Chiesa, può ricorrere alla
“canonizzazione equipollente”. Questo tipo di accertamento,
dunque non classico, presuppone tre caratteristiche: il possesso
antico di culti, virtù del martirio, ininterrotta fama di prodigi.
Giovanni Paolo II ha utilizzato soltanto una volta la “canonizzazione
equipollente”, così come il successore Benedetto XVI, mentre
Francesco lo farà per la terza occasione, il 27 aprile, quando
proclamerà santo Angelo Roncalli, Giovanni XXIII. Insieme al “papa
buono” sarà santo anche Karol Wojtyla. Tra i miracoli del
pontefice che distrusse il comunismo (altro evento soprannaturale?)
compare il volto noto di Carlo Taormina, ex legale berlusconiano.
Prima di essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato
dieci ore, la moglie gli disse di aver sognato Wojtyla e che si
sarebbe salvato. Taormina si è salvato. E da quel giorno va a messa.
Il santuario di
Lourdes e i cinque gradi di guarigione
Un luogo di miracoli
continui, almeno secondo i suoi pellegrini, è il Santuario di
Lourdes, in Francia, dove non manca mai un dottore all’U fficio
delle Constatazioni Mediche. Sette anni fa, per evitare di scadere
nel “miracolificio”, a Lourdes hanno reso più rigorosa
l’inchiesta medica. Cinque tappe per arrivare al miracolo. Prima,
guarigione constatata: una sorta di autocertificazione, il malato si
dichiara ex malato, all’improvviso, ma oltre la situazione fisica,
va esaminata la situazione psicofisica. Seconda, guarigione
confermata: scatta l’indagine scientifica e teologica. Terza,
guarigione ratificata: cessano i dubbi sull’avvenuto miracolo.
Quarta, guarigione certificata. Quinta, guarigione proclamata dal
vescovo diocesano.
La gamba ricresciuta a
un contadino: “El milagro de los milagros”
Un incredibile miracolo
“mariano”, attribuito cioè alla Madonna, in questo caso la
Vergine del Pilar, avvenne nel 1640 nel villaggio spagnolo di
Calanda, in Aragona. Non a caso è definito “El milagro de los
milagros”. Il miracolo dei miracoli. Vittorio Messori ci ha
dedicato un libro, anni fa. Nel luglio del 1637, un contadino
analfabeta, Miguel Juan Pellicer, cadde dal mulo e finì sotto un
carro. Gamba destra amputata a Saragozza e sepolta nel cimitero
dell’ospedale della città. Nella notte del 29 marzo 1640, a Miguel
ricrebbe la gamba, nel sonno. C’è anche la cicatrice
dell’amputazione, quattro dita sotto il ginocchio.
il Fatto Quotidiano 7
aprile 2014
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