La politica è effetto di scena.
Quando Shakespeare traversava il
palcoscenico, per qualsiasi pubblico il rumore delle armi copriva i
pensieri. La grandezza di Bismarck, che sapeva dar forma
creativamente al materiale politico — e perché mai, per un
artista, anche l’esperienza più terrestre non dovrebbe svilupparsi
e diventare creazione? —, si misura col metro dell’azione
teatrale, sull’effetto delle entrate e delle uscite. E se noi
Tedeschi temiamo Dio e null’altro al mondo, perfino lui non lo
riveriamo certo per la sua personalità ma per il rumore dei suoi
tuoni.
Politica e teatro: il ritmo è tutto,
niente il significato.
Detti e contradetti, Adelphi, 1972
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