Pane di Melilli |
Angie: – Quanto
conta una buona alimentazione per il tuo lavoro?
Tea: – Molto. Né
troppo pesante, né troppo leggera, anche se spesso, quando lavoro,
mi scordo di mangiare.
Angie: – Nel lavoro
che svolgi ti sei mai ispirata/o a qualcosa di gastronomico?
Tea: – Ho raccontato un
magnifico tortino di sarde, naturalmente inventato, che poi un amico,
a una cena a sorpresa, mi ha cucinato egregiamente.
Angie: – Cosa
significa per te mangiar bene?
Tea: – Avere rispetto
del mio corpo – dotarlo dell’energia giusta, del miglior
“carburante” – e anche gratificarlo.
Angie: – Le tue
esperienze artistiche e lavorative?
Tea: – Sono laureata in
giurisprudenza e ho lavorato come giurista, ma scrivo da quando ero
una bambina che voleva diventare come Jo di Piccole donne.
Angie: – Hai un
ristorante o un locale dove preferisci andare a mangiare? Se sì,
dove?
Tea: – No, in genere
preferisco la cucina casalinga.
Angie: – Sei mai
stata/o a dieta?
Tea: – Più che altro
mi impongo di mantenere sempre lo stesso peso, talvolta è difficile,
specie quando torno in Sicilia, a casa di mia madre…
Angie: – Meglio
carne o pesce?
Tea: – Carne
Angie: – Se fossi un
dolce, quale saresti?
Tea: – Un cannolo
siciliano.
Angie: – Vino?
Tea: – Appena un
assaggio.
Angie: – Il tuo
punto debole
Tea: – Le mie figlie.
Angie: – Nel tuo
frigo che cosa non manca mai, e nella dispensa?
Tea: – Nel frigo le
uova, e in dispensa le patate.
Angie: – L’aspetto
che più ti attira del fare da mangiare e se c’è un piatto che ti
piace cucinare di più in assoluto?
Tea: – La necessaria
lentezza e concentrazione. Cucinare è buon pretesto per meditare: le
mani vanno per conto loro e la testa segue i suoi percorsi, ma in
buona armonia, se c’è distrazione è in realtà astrazione,
sufficiente comunque a far bruciare il tutto.
Angie: – E quello
che ti piace mangiare?
Tea: – La caponata, le
melanzane “abbottonate” che prepara mia madre, e poi la pasta,
specialmente nelle versioni sicule.
Angie: – Come ti
definiresti a tavola?
Tea: – Parca.
Angie: – La
colazione ideale e quella che invece normalmente fai
Tea: – Colazione
ideale: cappuccino, pane burro e marmellata. Colazione normale:
caffellatte con cereali.
Angie: – Di cosa sei
più golosa? e cosa proprio non ti piace?
Tea: – Golosa di pane,
non mi piace proprio la trippa.
Angie: – La cucina
e’ fatta anche di profumi, essenze, odori, ne hai uno preferito?
Tea: – Sì, la menta.
Angie: – Limone o
aceto?
Tea: – Limone.
Angie: – Non puoi
vivere senza…
Tea: – Pane
Angie: – Esiste un
legame tra cucina e sensualità? Che cosa secondo te conta di più
nel sedurre una donna? Una buona cena, o anche il saper cucinare
Tea: – Sì, esiste. Nel
sedurre una donna conta saper cucinare, perché in cucina viene fuori
l’estro, la fantasia, la cura del dettaglio, la raffinatezza delle
vivande o la loro “rusticità”, tutti elementi che denotano un
certo carattere, la disponibilità a mettersi in gioco, la capacità
di organizzazione. Insomma, la cucina è uno di quei luoghi in cui
l’uomo fa vedere chi è!
Angie: – Una tua
ricetta per i miei lettori
Tea: – Le frittelle di
pane: pane raffermo ammollato nel latte, parmigiano e provolone
piccante grattugiati (in abbondanza), basilico spezzettato, uova
battute, sale quanto basta. Si frigge il composto a cucchiaiate. A
parte si prepara della salsa di pomodoro, sempre profumata con il
basilico, vi si immergono le frittelle, le si lasciano ammorbidire,
si cosparge il tutto con parmigiano grattugiato.
Angie: – L’ultimo
libro che hai letto?
Tea: – L’isola
appassionata di Bonaventura Tecchi.
Angie: – Il pezzo
musicale che mette in moto i succhi gastrici…
Tea: – “Bolero” di
Ravel.
Angie: – Hobby?
Tea: – Leggere.
Angie: – Se fossi un
personaggi mitologico chi saresti?
Tea: – Calliope.
Angie: – Qual è il
sogno più grande?
Tea: – Andare in giro
per il mondo con la famiglia.
Angie: – Cosa ti
dicono più spesso?
Tea: – Ma tu quando
scrivi?
Angie: – Ti
fidanzeresti con una cuoco/a?
Tea: – Mio marito è un
cuoco eccellente.
Angie: – Un piatto
della tua infanzia
Tea: – La pasta al
forno di nonna Anna.
Angie: – Oggi si
parla di federalismo. Secondo te, esiste anche in cucina?
Tea: – Bah, credo che
ci sia un accentuato regionalismo in cucina: ogni piatto ha i suoi
luoghi di provenienza, i suoi prodotti tipici, ci si affratella nel
mangiare, certo, ma nell’ambito di confini ben definiti.
Angie: – Quale
piatto eleggeresti come simbolo dei 150 anni dell’Unità d’Italia?
Tea: – La pizza
margherita.
Angie: – Dopo la
cucina italiana, c’e’ ne qualcuna internazionale che preferisci?
Se sì, quale?
Tea: – La francese.
Angie: – Come
definiresti il tuo carattere, da un punto di vista prettamente
gastronomico?
Tea: – Curioso, in
cerca sempre di nuovi sapori.
Angie: – A che
piatto paragoneresti Berlusconi, Di Pietro, Mario Monti?
Tea: – Gnocchi al
burro; pasta all’arrabbiata; merluzzo in bianco.
Angie: – La cucina
ti ha mai tradito?
Tea: – Sì, con un
gruppo di ragazzini americani, che si aspettavano patatine fritte e
hamburger e io avevo preparato le lasagne.
Angie: – Se dovessi
riassumere la tua filosofia di vita?
Tea: – In attesa di
illuminazione.
Angie: – classica
domanda alla Marzullo: Fatti una domanda e datti una risposta.
Tea: – Quando scrivi?
Tutti i giorni.
Sito di Angie Cafiero
(angie.it) – Rubrica Interviste gastronomiche – 4 giugno 2012
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