Articolo del dicembre
scorso, nella rubrica “il fatto” del mensile “micropolis”.
Giova consegnare anche alla memoria del blog i fatti e fatterelli
che, nelle intenzioni dei nuovi fascisti, contribuiscono a
determinare la svolta reazionaria che si vuole imporre al nostro paese. Si
legga, perché c'è da leggere e anche da agire. (S.L.L.)
Bel personaggio, il
senatore Pillon. Non si è ancora spenta l’eco delle manifestazioni
che in tutta Italia hanno contestato il suo disegno di legge per
“l’affido condiviso”, quando l’avvocato animatore del Popolo
della famiglia, protagonista delle battaglie contro i diritti, in
particolare quelli delle minoranze Glbt, pensa di mettersi in mostra
per l’ennesima volta.
Ecco che ai primi di
dicembre sul profilo facebook di Devid Meggiora, vicepresidente del
consiglio comunale ternano, appare una foto di tre facce sorridenti:
lo stesso Meggiora, il suddetto Pillon, e il sindaco di Terni
Leonardo Latini. A far discutere è la didascalia della foto
(scat-tata in un albergo ai margini di un convegno della Lega): “tre
omofobi a Terni”. Di fronte alle tante proteste Meggiora la butta
sullo scherzo - “Una goliardata, una battuta. Dispiace che non sia
stata capita l’autoironia della cosa. Solo chi non conosce Pillon
e la sua autorironia in merito alle accuse e agli insulti che riceve
per le sue posizione in difesa della famiglia naturale può pensare
che fossi serio” - lamentandosi poi della (temporanea)
cancellazione da facebook. Qualcuno gli risponde: “Per voi forse è
un gioco, forse per voi sono solo risate e selfie, ma per una persona
omosessuale l’omofobia non è divertente”. La
provocazione è come minimo di cattivo gusto e fa parte della
retorica parafascista della Lega: tirare il sasso e poi far finta di
ritirare la mano, ammiccare ai più beceri sentimenti e poi fare le
vittime: puro stile Salvini nell’epoca dei social.
Per capire che non si
gioca, ma si fa politica sull’intolleranza e la discriminazione,
basta vedere quello che succede pochi giorni dopo lo “scherzetto”:
la Regione Umbria, in colla-borazione con l’Università di
Peru-gia, propone agli studenti di terza media e quarta superiore un
questionario per sondare il grado di consapevolezza sul bullismo
omofobico. Elaborato dal Dipartimento di filosofia e scienze umane,
il sondaggio (ovviamente anonimo), come è prassi in questi casi,
incrocia le domande sull’identità sessuale a quelle sull’origine
familiare e nazionale, alle opinioni politiche. Si scatena il
putiferio: diversi consiglieri regionali della destra attaccano a
testa bassa, il presidente del Popolo della fami-glia umbro, Marco
Sciamanna, ritiene che l’obiettivo, “nemmeno troppo velato, che
si prefigge tale questionario è di mettere sotto processo la
libertà di opinione dei ragazzi e delle famiglie, per promuovere
sempre più il pensiero unico”.
Alla crociata si unisce
anche l’ineffabile Belpietro che sul suo quotidiano “La verità”
titola: Test per sapere se i ragazzi amano i gay. L’ideologia
gender non ammette dissenso.
Prova a rispondere
Federico Batini, il docente coordinatore del progetto: “Siamo
studiosi dell’università, abbiamo a cuore la scienza, la
conoscenza e anche la sicurezza dei nostri ragazzi, vedere che queste
questioni scivolano verso l’opportunismo politico di qualcuno rende
la cifra dei tempi che viviamo. Noi registriamo che il fenomeno della
violenza nei nostri istituti legati al bullismo omofobico, il
razzismo, il sessismo, ha una dimensione che deve allertare chi di
dovere, dalle istituzioni alle famiglie, ai docenti. Siamo a
conoscenza persino di ragazzi che si sono suicidati, e di tanti
giovani che cadono in forme di depressione molto gravi.” Serve a
poco: a stretto giro il ministro della Pubblica istruzione Bussetti
pone fine d’imperio alla somministrazione del questionario. Sul
“Corriere dell’Umbria” motiva la decisione per il fatto che “il
questionario aveva “suscitato un polverone” e “molte scuole non
avevano aderito”. Dichiara anche, di passaggio, di non aver letto
il questionario incriminato. A proposito di pregiudizi ideologici,
appunto.
“micropolis”,
dicembre 2018
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