2.4.19

L’Inter da Padre Pio (Giovanni Cataleta)


Il 24 febbraio scorso “Avvenire”, il quotidiano dei vescovi cattolici italiani, ha pubblicato, a edificazione dei fedeli e dei devoti, l'articolo che segue. Esilarante. (S.L.L.)


La doppia profezia di Padre Pio è andata in onda su Inter Tv.
Un docufilm in cui si ripercorre la stagione nerazzurra 1964-’65 in cui lo scudetto era una questione tutta milanese. Al giro di boa i rossoneri di Nils Liedholm guidavano la classifica con 5 punti di vantaggio sull’Inter del mago Herrera. Il Milan nonostante l’assenza di Altafini, rimasto in estate in Brasile per i forti contrasti con Gipo Viani, aveva fatto il vuoto grazie ai gol di Amarildo e Ferrario.
Alla seconda giornata di ritorno, il 31 gennaio 1965, i nerazzurri erano di scena allo Zaccheria di Foggia contro la matricola guidata da Oronzo Pugliese. L’Inter qualche mese prima era diventata campione intercontinentale mentre i rossoneri dauni, al primo campionato di serie A, avevano nell’entusiasmo e nel furore agonistico la loro arma principale.
Sulla carta la partita era senza storia, ma sul campo la musica fu molto diversa. Arrivata in Puglia, la squadra di Herrera andò in ritiro a San Giovanni Rotondo. La moglie del presidente Angelo Moratti, signora Erminia, devota di Padre Pio, convinse il marito ad andare al Convento e farsi ricevere dal frate delle stimmate. Arrivati al Convento, Herrera, Moratti e i calciatori lasciarono un’offerta in denaro per la Chiesa. Padre Pio nel corso del breve incontro con la comitiva interista, con il suo tipico tono burbero disse: «Che siete venuti a fare? Credete di poter comprare la partita? Domani a Foggia perderete, ma vincerete lo scudetto!».
L’incontro con Padre Pio fu un momento di alta spiritualità per i giocatori dell’Inter, che fecero il pieno di emozioni. Il difensore Guarneri ricordò lo straordinario magnetismo del frate, Burgnich l’emozione di quando i giocatori furono presentati uno ad uno a Padre Pio, Suarez non mandò giù la profezia della sconfitta a Foggia. Il portiere Sarti, assente in quella partita, ma aggregato alla comitiva, ricordò le parole dure del frate, quando li ammonì: «Che cosa volete? Avete già tutto!». Per qualcuno quell’incontro non fu sufficiente. La mattina dopo, infatti, all’alba, Sandro Mazzola scappò dal ritiro e con il capitano Picchi tornò al Convento per incontrare ancora Padre Pio e confessarsi. L’attaccante nerazzurro gli confidò di temere di aver peccato in quanto pregava Dio perché lo facesse diventare un calciatore di successo. Padre Pio lo assolse con una pacca sulla spalla e gli raccomandò solo di continuare a pregare e sperare.
Il futuro San Pio non si interessava di calcio, non conosceva l’Inter ed i suoi campioni, simpatizzava per il Foggia che ogni 15 giorni, con l’allenatore Oronzo Pugliese, era a San Giovanni Rotondo ad ascoltare la messa. Allo Zaccheria andò proprio come aveva profetizzato Padre Pio: il Foggia vinse 3-2 contro i campioni interisti. I rossoneri pugliesi, in vantaggio per 2-0 (gol di Lazzotti e Nocera), furono raggiunti dalla veemente reazione della squadra di Herrera e Moratti (reti di Peirò e Suarez). Ma a qualche minuto dal termine della gara fu ancora Nocera a regalare ai foggiani di Oronzo Pugliese la straordinaria vittoria. Quel giorno Pugliese divenne ufficialmente il Mago di Turi o il Mago del Sud, la risposta italiana a Helenio Herrera. Anche la seconda profezia di Padre Pio si avverò: dopo la sconfitta di Foggia, l’Inter era distanziata di 7 punti dal Milan, ma ingranò una fantastica rimonta nelle 15 partite rimanenti. Con 13 vittorie e 2 pareggi si prese lo scudetto.

Avvenire, 25 febbraio 2019

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