Marisa Del Frate,
l'avvenente interprete di canzoni, sarebbe scomparsa dalla sua
abitazione. Questi almeno sono i termini di una denuncia presentata
ieri al commissariato Monte Mario dal signor Carlo Martino Guidarini,
amico e procuratore della signorina.
La notizia, pur
suscitando immediatamente il fondato sospetto di una trovata
pubblicitaria, è circolata all'inizio con qualche sfumatura
drammatica. In breve tempo però è stato possibile ristabilire la
verità.
Marina Del Frate ha
deciso semplicemente di interrompere ogni rapporto con il Guidarini,
ha fatto le valigie e se ne è andata. Decisione del tutto normale e
legittima per una persona maggiorenne e responsabile. La singolare
idea della scomparsa appartiene esclusivamente al procuratore
abbandonato.
La cantante abitava in un
appartamento di via Quintiliano con lo stesso Guidarini che
preferisce farsi chiamare con bell'accento francese Charles Martini.
L'altra sera la giovane donna ha messo alcuni indumenti in due
valigie, è salita su un taxi e si è allontanata dall'alloggio senza
rendere nota a nessuno la sua destinazione.
Peraltro ha lasciato due
lettere, una diretta al procuratore e l'altra alla madre, nelle quali
dichiara esplicitamente la sua decisione di separarsi dall'uomo.
Ieri mattina Carlo
Martino Guidarini ha dapprima telefonato al commissariato di zona e
quindi si è recato di persona nell'ufficio di polizia per presentare
1'inutile denuncia.
Abbiamo voluto ascoltare
la opinione della madre della cantante, che abita in via Tronto 19
per chiarire ulteriormente la vicenda. La signora ci ha detto:
“Parlare di scomparsa è soltanto ridicolo. Ho ricevuto la lettera
di Marisa ed è chiarissimo che mia figlia non ha voluto nient'altro
che allontanarsi da Guidarini. Non so dove sia andata, ma comunque
non credo di avere motivo di preoccuparmi. Io ero contraria quindi
alla denuncia che è assurda, ma non ho potuto evitarla. Mi sembra
che Guidarini abbia un po' la mania della pubblicità... del resto fa
parte della sua attività”. Una dichiarazione più sensata e
definitiva non si poteva sperare.
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