Una mia amica di rete che
su molte questioni esprime valori di sinistra, ma che da qualche
tempo un po' per ostilità verso il Pd, un po' perché tentata dalla
sirena sovranista, pur continuando (ma non sempre) a definire Salvini
il suo “uomo nero” (lo considera tuttavia trattabile), ama farla
fuori dal vaso, stavolta fa l'indiana, si chiede il perché di tanto
sconquasso. Dice: “In fondo alle elezioni europee, seppure con una
diversa ripartizione, le forze governative hanno ottenuto la stessa
percentuale di consensi. Non bastava un rimpastino?”
Provo a rispondergli in
maniera ordinata e semplificata, scolastica. Perché tanto
sconquasso?
Perché tra forze
politiche così diverse non potevano mancare motivi di scontro,
tant'è che non avevano stretto un organico patto di governo, ma
stipulato una sorta di contratto per cui "io faccio le cose mie
tu le tue".
Perché per questo i loro
voti non erano e non sono intercambiabili.
Ma soprattutto perché
Salvini, non contento dell'umiliazione elettorale dell'altro
contraente, non si contentava dell'acquiescenza stellata e neppure di
un rimpastino, pretendeva elezioni plebiscitarie per ottenere i
"pieni poteri" alla guida della destra ribattezzata "Italia
del sì".
Era convinto di poter
chiudere a destra, sulla base di un programma nazionalista, xenofobo
e sanfedista, la crisi di regime, ottenendo quella concentrazione di
poteri che né Berlusconi né Renzi erano riusciti ad ottenere per la
presenza di contrappesi importanti.
A volte però "i
reazionari sollevano un macigno per farselo ricadere sui piedi",
per cui gli stellati, forti della loro forte presenza parlamentare,
piuttosto che farsi battere in elezioni anticipate, per tentare di
riguadagnare il consenso perduto, hanno scelto di provare a costruire
una diversa maggioranza. Conte, scelto come capo del governo per far
da arbitro nel contratto 5Stelle – Lega, invece di accettare in
silenzio il benservito ha pronunciato una requisitoria contro un
ministro insieme invadente e infingardo. E il Pd, nonostante le
aspettative del Salvini, non ha detto no a un possibile accordo con i
grillisti.
Non è detto che questa
nuova maggioranza parlamentare si realizzi davvero e non si vada ad
elezioni immediate: il grosso del Pd non considera affidabili i 5
Stelle comee il grosso del M5S non considera affidabili i piddini, e
le distanza programmatiche sono grandi anche fra queste forze.
Intanto la marcia che molti ritenevano inarrestabile dell'uomo forte,
quello che per costruirsi consenso alla maniera dei fascisti
scatenava odi contro l'Europa, lo straniero, il migrante, il
volontariato, il rom, il maghrebino, l'omosessuale ecc, non di rado
ricorrendo a "bufale", ha conosciuto una battuta d'arresto.
Per usare un proverbio
siciliano "Sputa 'n celu ca 'n facci ti torna".
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