Il titolo Se la
canicola ecc. è quello della
rassegna stampa del Corsera, donde ho tratto il pezzetto che ha come
fonte il “Die Zeit”, un diffuso e autorevole settimanale tedesco.
Mi pare indicativo di una mentalità, di una ideologia al
momento vincente, nella quale la “crescita” economica, che dà
profitto al capitale, viene al capitale precede ogni esigenza e ogni
bisogno umano. Titolo emblematico e discutibile insieme, ma articolo
interessante e utile a capire che il mutamento climatico non è cosa
che non ci riguardi tutti. (S.L.L.)
Passau, Bassa Baviera,
domenica scorsa: la nave da crociera Emerald Sky termina
anticipatamente la sua navigazione, facendo scendere a terra 140
turisti che avrebbero voluto arrivare a Vienna seguendo il Danubio.
Il livello dell’acqua è troppo basso per proseguire. Königsbrück,
Sassonia, una settimana fa: Frédreric Robert Kasper guarda
preoccupato l’acqua dell’Elba che continua a scendere, in certi
punti ormai è appena sopra i 20 centimetri, perché senza il
trasporto fluviale la sua azienda di mattoni si ferma. Lohne, Bassa
Sassonia, lo scorso venerdì: nonostante Stephanie Dreux apra al
massimo i rubinetti, esce solo un filo d’acqua, e di notte neanche
quello. Per 300 famiglie non è possibile allora neanche tirare lo
sciacquone del bagno, fare la doccia o cucinare. Tre situazioni
diverse che descrivono bene, in questa caldissima estate 2019, lo
stato generalizzato di stress idrico che sta vivendo la Germania,
come racconta il settimanale Die Zeit. Una nazione che può contare
su 7.647 chilometri di vie d’acqua, navigate ogni anno da circa 2
mila imbarcazioni cargo, che trasportano qualcosa come 2,5 milioni di
tonnellate di merci. Una movimentazione resa sempre più difficile
dal basso livello di fiumi come il Reno, il Danubio, l’Elba, la
Weser, ma anche il Meno, la Mosella, la Neckar, la Oder e tutti gli
altri corsi d’acqua che attraversano la Germania. Perché è
piovuto pochissimo quest’inverno, e anche le falde acquifere si
sono ridotte di molto. Il danno per il made in Germany è enorme,
perché per sostituire una nave cargo occorrono mediamente 150 Tir.
Ma questa (relativa) scarsità d’acqua si sta traducendo anche in
una conflittualità più alta, tra amministrazioni locali, aziende e
privati cittadini, a livello di controversie in tribunale. «La
Germania è ancora un Paese ricco d’acqua — osserva Jörg
Rechenberg, dell’Ufficio per l’ambiente di Dessau — ma in
alcune regioni è già in corso una competizione destinata ad
aumentare, ad ogni nuova estate calda».
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