James Gustav Speth |
E' dall'alto di questa esperienza che Gus Speth parla di fallimento della comunicazione ambientale, in una intervista pubblicata dal Bullettin of the Atomic Scientists. Oggi, dice, il cambiamento del clima è di gran lunga la più grave minaccia alla salute umana e ambientale: «Ma qualcosa di più grave e profondo sta accadendo nella nostra società», aggiunge: «Indicare un gruppo di fattori specifici al cambiamento del clima è quasi fuorviante, perché se guardate a qualunque delle grandi sfide ambientali, quasi senza eccezione siamo messi peggio di 30 anni fa quando abbiamo pubblicato il Global 2000 Report». Quel documento delineava i grandi problemi del prossimo secolo (questo), dal clima alla scarsità di energia, la perdita di biodiversità, e un sistema economico che fagocita risorse naturali a un ritmo insostenibile, e faceva una serie di previsioni di crisi incombenti: «Si sono verificate, quasi tutte». E non si tratta solo di crisi ambientali, insiste Speth, «il problema corre ben più profondo». Anche i ricchi Stati uniti, dice, «hanno perso terreno su una serie di indicatori internazionali, non solo ambientali - come le emissioni di anidride carbonica o il consumo d'acqua - ma anche indicatori come l'aspettativa di vita, il tasso di povertà e le diseguaglianze economiche».
Ma torniamo al punto: il cambiamento del clima, l'esaurimento delle risorse etc sono crisi esplosive: eppure non muovono né il pubblico né i governi. Perché? In parte, dice Speth, «perché non sono percepite come questioni di vita quotidiana», come lo erano invece le questioni degli anni '70, l'inquinamento dell'aria e dell'acqua. In parte perché sono «molto più complicate».
«C'è stato un momento, più o meno quando è circolata "la scomoda verità" di Al Gore, in cui tutti erano convinti che bisognava agire. Sia Barack Obama che Hillary Clinton parlavano di questo nella loro campagna. La Camera dei rappresentanti ha approvato una legge sul clima: per la prima volta da 30 c'era un consenso», nota Speth. Poi però non è successo nulla (e quella legge sul clima non è neppure arrivata al senato). Perché? Secondo Speth, perché «è stata costruita una reazione», una campagna comunicativa per instillare nei cittadini americani la convinzione che attuare misure per contrastare il riscaldamento del clima avrebbe «creato un governo troppo grande» (una vera ossessione per la destra negli Usa, ndr), avrebbe fatto salire i prezzi dell'energia, ostacolato la ripresa dell'economia». E' stata «una campagna di disinformazione ben finanziata», che è infine «confluita nel movimento del Tea Party»: così ora il Congresso è pieno di «negazionisti del clima». E in tempi di tagli al bilancio, non è difficile prevedere che la spesa per i controlli ambientali, o i programmi di energie alternative, saranno tra i primi a dimagrire...
"il manifesto", 9 agosto 2011
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