Trilussa curò nei primi anni del Novecento una rubrica per il “Travaso delle Idee”, le Confessioni di Maria Tegami, lettere di un personaggio immaginario che in prima persona narra e commenta con ignara innocenza eventi privati e pubblici. Poi le raccolse in un volumetto, da regalare ai lettori, che si apriva con una Autobiografia dell'autrice. Eccone un assaggio. (S.L.L.)
Carlo Alberto Salustri - Trilussa |
A sette anni venne un signore dall'America col barbone vestito di nero che era mio padre. Fui messa in collegio a S. Dionisio dove ci sono rimasta fino a diciotto anni. Mia madre mi veniva a trovare un giorno sì e uno no, con uno grasso e calvo, che era pure mio padre. Molte volte baciavo quell'uomo dalle gratelle del parlatorio avanti alla superiora e mi pareva che nell'amplesso superficiale lui non fosse paterno come si deve. […]
Io pure comprendevo che l'affare non era liscio e un giorno che lui venne solo ci dissi a bruciapelo: “Ma è proprio vero che tu sei mio padre?”.
Lui, che si vedeva davanti una bambina che ci faceva un discorso così serio, diventò rosso, tossì e mi rispose: “No, bambina. Io sono un perito agrimensore”.
Nessun commento:
Posta un commento